L'omertà dei tedeschi: nessuno ha visto il killer

Domenico ucciso su una pista ciclabile in centro. La polizia chiede aiuto ai testimoni, ma il commissariato resta deserto

Domenico Lorusso, l'ingegnere potentino ucciso a Monaco di Baviera
Domenico Lorusso, l'ingegnere potentino ucciso a Monaco di Baviera

E bravi i tedeschi: sempre pronti a gettare fango sulla presunta sull'«omertà mafiosa» degli italiani; peccato poi che proprio loro, dinanzi a un delitto, si guardino bene dal testimoniare.
Finora è rimasto infatti disatteso l'appello lanciato dalla polizia di Monaco di Baviera per «avere notizie sul killer che ha ucciso il giovane italiano». Il «giovane italiano» è Domenico Lorusso, l'ingegnere 31enne potentino, ammazzato con una coltellata al petto tre sere fa lungo una pista ciclabile di un parco in pieno centro a Monaco. Erano le 22. A quell'ora lungo l'Erhardstrasse c'era gente. L'uomo che ha prima sputato addosso alla fidanzata di Domenico e dopo colpito Lorusso non poteva passare inosservato. Eppure sembra che nessuno abbia visto e sentito alcunché. In commissariato, per ora, nessun tedesco si è presentato per contribuire a risolvere il giallo. Omertà o solo la sfortuna di essere tutti distratti mentre un criminale infieriva sul corpo del nostro connazionale? Eppure la dinamica della tragedia è stata lunga e articolata: prima l'uomo che incrocia la coppia italiana che sta pedalando in bici; poi lui che sputa addosso alla ragazza di Domenico; infine Domenico che chiede il perché di quel gesto e, per tutta risposta, viene accoltellato a morte. Un drammatico «film» che sarà presumibilmente durato svariati minuti. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla, eccezion fatta per la ragazza di Domenico? Difficile da credere. Eppure alla polizia non è arrivato nemmeno uno straccio di «soffiata»: lo scarno identikit messo a punto dagli investigatori tedeschi si basa solo su quanto visto dalla fidanzata della vittima. Un aiuto potrebbe venire dalle telecamere di sorveglianza che pare siano installate nella zona teatro all'omicidio. Sarà vero?
Come già scritto ieri, questi sono casi dove il fattore-tempo è decisivo: o il colpevole viene individuato subito, oppure si rischia che non venga più arrestato. E questo i famigliari di Domenico - e con loro tutti gli italiani - non possono accettarlo. La memoria di Domenico, giovane ma già apprezzato professionista, va onorata arrestando il suo killer al più presto.
Lorusso, il giorno prima di essere ammazzato, aveva pronto il biglietto di aereo per tornare nella sua città natale, Potenza. Non voleva perdersi la tradizionale «Sfilata dei Turchi» in programma nel capoluogo lucano che con questo corteo storico celebra il patrono, San Gerardo. Domenico non ha fatto in tempo. Un criminale lo ha ucciso prima. Durante la festa a Potenza il corteo si è fermata per un minuto in ricordo di Domenico. Ma la sua città può - e deve - fare molto di più per stringersi attorno a un ragazzo degno di ergersi a modello virtuoso dei giovani del Sud. Almeno di quei giovani che, con la forza dei fatti, sanno dare un calcio ai pregiudizi anti-meridionali. Domenico era uno di questi: uno che si era rimboccato le maniche, che aveva studiato, si era formato all'estero, aveva trovato lavoro lontano dalla sua terra integrandosi e facendo valere il proprio talento. Non meritava di fare una fine così. Il sindaco di Potenza non ha ancora proclamato il lutto cittadino, né annunciato iniziative che ricordino adeguatamente la figura di Domenico Lorusso. È sempre in tempo per farlo. Ma si sbrighi, per piacere. Intanto oggi a Potenza si svolgeranno i funerali di Domenico. Il rito sarà celebrato nella parrocchia di San Giovanni Bosco (la stessa che ospitò i funerali di Elisa Claps, la studentessa potentina uccisa da Danilo Restivo ndr). In questa chiesa Lorusso era molto noto per essere stato attivo nelle organizzazioni parrocchiali e di volontariato.

Ieri, nella stessa parrocchia si è svolta svolgerà una veglia di preghiera in ricordo di Domenico; oggi, invece, alle 13, sarà aperta la camera ardente, per l'ultimo saluto prima dei funerali. La folla sarà tanta. Invece del solito applauso, sarebbe meglio pregare. In silenzio.

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