Motta Visconti(Milano)Ha già cambiato idea Carlo Lissi, dal «Datemi il massimo della pena», mormorato ai carabinieri prima di confessare di aver ucciso moglie e figli, a fare scena muta con il gip. Ieri infatti l'uomo, comparso davanti al magistrato per la convalida dell'arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Evidentemente una precisa strategia, suggeritagli dal suo legale, per cercare di evitare l'ergastolo. Sempre ieri si è svolto l'autopsia sulle tre vittime, che non ha però evidenziato fatti nuovi rispetto la deposizione dell'assassino. Completate queste formalità, i corpi sono stati restituiti alla famiglia per i funerali, fissati per sabato mattina.
Scena muta davanti al magistrato dunque per il reo confesso di uno dei più efferati crimini: lo sterminio della propria famiglia, diventata per Lissi, 32 anni, una gabbia da cui uscire in qualsiasi modo. E il solo modo immaginato dall'uomo è stata sgozzare Cristina, 39 anni, Giulia, cinque anni, e Gabriele 20 mesi, nella loro villetta di via Ungaretti 20 a Motta di Visconti. Come, lo ha spiegato agli inquirenti nella notte tra domenica e lunedì. Dopo aver fatto l'amore con la donna, l'ha aggredita alle spalle sferrandole una serie di fendenti. Poi è salito al piano superiore e ha affondato la lama della gola prima della bimba poi del maschietto. Racconto confermato dall'esame autoptico. Il medico legale ha contato sul corpo della donna sei coltellate, 4 al collo e altre due al torace e alle braccia e una ciascuna ai bambini.
Eseguite queste tristi formalità, le salme sono state restituite alla famiglia, che ha già organizzato i funerali. Le bare arriveranno sabato alle 8.30 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista dove sarà allestita la camera ardente. Mentre la cerimonia funebre inizierà alle 10. È attesa la presenza di tutto il piccolo paese, che già ieri sera si è fermato per la marcia silenziosa di preghiera partita alle 21 da piazza Garibaldi.
Ma gli accertamenti proseguono per mettere in chiaro tutti gli aspetti della dolorosa vicenda, a cominciare appunto dall'interrogatorio di garanzia davanti al gip per la convalida del fermo. «Voglio il massimo della pena» aveva chiesto Carlo Lissi in caserma prima di iniziare il racconto del suo orrore. Ma dopo due notti trascorse in carcere sembra già aver cambiato idea e quindi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Un comportamento evidentemente suggerito dal suo legale, Corrado Limentani cui spetta l'ingrato compito di evitargli l'ergastolo. Impresa non facile visti le numerose aggravanti già contestate: crudeltà, futili motivi, vincolo famigliare. Ma non la premeditazione. Questa potrebbe venirgli contestate per esempio scoprendo dagli esami tossicologici che ha somministrato sedativi ai bimbi affinché non venissero svegliati dalle grida della madre morente. Ma per gli esiti di questi esami sarà necessario attendere qualche giorno. Per questo il gip Annamaria Oddone si è riservata 48 per la convalida del fermo.
Ulteriori elementi potrebbero invece arrivare dal sopralluogo che il Ris di Parma eseguirà oggi a complemento dei primi rilievi effettuati dai tecnici del comando provinciale. Il Ris ha infatti strumentazioni più sofisticate, in grado dunque di scoprire dettagli sfuggiti al primo esame.
E che potrebbero dare la risposta definitiva alla domanda «Carlo Lissi ha premeditato il triplice omicidio?». Un dubbio, forte, nella mente degli investigatori non ancora trasformato in certezza. E che se confermato potrebbe significare carcere a vita per l'assassino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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