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Medaglia al valore per Nassiriya, Crosetto accelera: "Si cambi la legge"

Il ministro tende la mano ai parenti delle vittime della strage, che da tempo combattono con la burocrazia per l'onoreficenza ai loro cari. "Non esistono caduti di serie A e di serie B"

Medaglia al valore per Nassiriya, Crosetto accelera: "Legge si cambia"

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"Una legge si può cambiare". Nel giorno il cui l'Italia ricorda e onora il sacrificio degli italiani caduti nella strage di Nassiriya (era il 12 novembre 2003), il ministro della Difesa, Guido Crosetto, riaccende la speranza dei familiari delle vittime, che a vent'anni dall'attentato chiedono la concessione della medaglia al valor militare per i loro cari. Per il momento, la richiesta ha però incontrato ostacoli burocratici dovuti al fatto che le norme in vigore prevedano il riconoscimento dell'"atto eroico" (formalmente non ancora attestato). Una ferita per i parenti delle vittime, che Crosetto ha però dimostrato di comprendere.

Parlando nella Basilica dell'Aracoeli, nel corso della Messa in ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace, il ministro della difesa ha sottolineato che "è giusto" che persone che hanno "subìto qualcosa nel fare il loro dovere non debbano affrontare i vincoli della burocrazia, i cavilli legali". Poi, l'esponente di governo ha aggiunto: "Non esiste un caduto di serie A e uno di serie B. Una legge si cambia. Non si deve infangare il momento del ricordo". Parole arrivate in risposta a chi gli aveva ricordato proprio la questione della medaglia al valor militare richiesta dai familiari delle vittime di Nassiriya.

Rivolgendosi proprio a questi ultimi, il ministro ha rimarcato di ritenere "fondamentale" la presenza Stato in occasioni di ricordo e commemorazione come quella odierna. "L'Italia ricorda i caduti anche attraverso l'impegno degli oltre 12000 militari nel mondo per difendere la pace e la libertà", ha affermato Crosetto. Nei giorni scorsi, alla vigilia della tragica ricorrenza, gli stessi parenti dei caduti di Nassirya avevano rilanciato il loro appello per il riconoscimento della riconoscienza a chi aveva versato il proprio sangue durante il servizio prestato alla patria nella missione all'estero.

In una diffusa intervista al Giornale, rilasciata a Gian Micalessin, lo stesso Crosetto aveva posto l'attenzione sul profondo valore della strage irachena di cui ricorre il ventennale.

"Nella tragedia assistemmo a un passaggio culturale essenziale per la crescita della Nazione", aveva spiegato il ministro, sottolineando come quel sacrificio non fosse stato vano e anzi avesse segnato il sentire comune degli italiani.

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