"Meglio porco che fascista". L'ennesimo insulto di lady Ong alla Meloni

Riprende le parole dei manifestanti di Tunisi per chiudere il suo editoriale contro il governo: Giorgia Linardi ancora contro l'esecutivo Meloni per i migranti

"Meglio porco che fascista". L'ennesimo insulto di lady Ong alla Meloni
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Dalle Ong storcono il naso davanti al tentativo italiano di aprire un dialogo con Tunisia e Libia per tentare di mettere un freno o, almeno, di rallentare le partenze verso il nostro Paese. Con meno migranti in mare c'è meno margine per le tante navi della flotta civile di intervenire. L'obiettivo dell'Italia non è solo quello di ridurre gli sbarchi di irregolari ma anche quello di ridurre le morti in mare, che sono una diretta conseguenza dell'aumento delle partenze. Ma tutto questo non piace alle Ong, che vorrebbero aprire ogni confine, lasciando liberi i migranti di partire e, quindi, avere piena libertà di trasportarli in Italia, facendo così la sponda tra un Continente e l'altro.

Lo dimostra l'ennesimo sfogo di Giorgia Linardi, portavoce della Ong Sea Watch, alla quale è stato concesso di realizzare un editoriale per La Stampa a commento della visita di Giorgia Meloni in Tunisia e dell'incontro a Palazzo Chigi con gli emissari libici. Un editoriale che il membro della Ong tedesca ha chiuso riportando le parole scritte in alcuni cartelli da un manipolo di manifestanti in Tunisia: "Meglio porco che fascista". Difficile non pensare che dietro questa manifestazione possa esserci la mano o, comunque, l'imbocco di Ong locali, come già avvenuto anche in Italia, a Cutro, quando comparvero alcuni cartelli durante il Consiglio dei ministri. Pare che in questo caso a scendere in piazza siano state le madri di alcuni migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l'Italia. Per quanto dispiaccia per la tragedia umana che si compie ogni anno in quel braccio di mare, è normale chiedersi quali responsabilità possano avere i Paesi nella morte di chi sale coscientemente a bordo di barchini non adatti alla navigazione per attraversare illegalmente i confini di Stato.

Nel suo editoriale, Linardi sferra l'attacco contro il governo, perché a suo dire la collaborazione tra Italia e Libia favorirà "operazioni di cattura, spesso violente, come testimoniato dalle immagini divulgate dagli aerei di monitoraggio civile di Sea Watch". Quelli che le Ong chiamano respingimenti sono interventi di Guardia costiera su barche illegali, compiuti sia dalla Libia che dalla Tunisia all'interno delle acque territoriali o Sar di competenza.

Nelle ultime ore, per altro, la Ong Alarm Phone si è lanciata in una richiesta di soccorso per un barchino che si trovava ancora in acque territoriali libiche: a chi era diretto il suo appello? Forse alla Libia, visto che si trattava di acque territoriali? Oppure chiedeva che un assetto italiano entrasse in acque libiche, violando qualunque legge? Oppure, ancora, chiedeva che una nave Ong si spingesse sul confine per raccogliere il barchino appena questo avesse varcato la soglia territoriale per l'ingresso in acque Sar?

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