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"Siamo un Paese serio e virtuoso". Meloni rivendica il negoziato sul Patto di stabilità

Il presidente del Consiglio interviene a Montecitorio per le comunicazioni in in vista dell'imminente Consiglio Ue: "Ci presentiamo in Europa con tutte le carte in regola". E non risparmia frecciatine a Pd e 5 Stelle

"Siamo un Paese serio e virtuoso". Meloni rivendica la riforma del Patto di stabilità

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"Siamo un Paese serio e virtuoso". Meloni rivendica la riforma del Patto di stabilità

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Giovedì e venerdì si terrà a Bruxelles l'ultimo Consiglio europeo del 2023. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, interviene alla Camera dei Deputati per le comunicazioni in in vista proprio della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. Un anno solare "complesso per tutta l'Ue" visti gli sconvolgimenti geopolitici in Ucraina e in Medio Oriente. Ma la premier intende parlare fin da subito della questione europea che più sta influendo il dibattito italiano, ovvero la riforma del Patto di stabilità. La discussione rimane tutt'ora aperta, pur con un negoziato in corso per nulla semplice: merito, sostiene Meloni, dell'intero governo.

Anche a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico "tiriamo a campare" e oggi "la posizione negoziale parte da una base di credibilità e serietà riconosciute grazie al lavoro di questo governo e in particolare del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti", afferma. L'Italia, quindi, non chiede una modifica delle regole per potere spendere senza freni e per sperperare risorse senza controllo, "ma lo fa in quanto il contesto in cui ci troviamo ad operare è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole più adeguate alla situazione che stiamo vivendo".

L'orgoglio di Meloni per i risultati italiani

"L'Italia è una nazione virtuosa che si presenta in Europa con carte in regola", aggiunge il capo dell'esecutivo snocciola tutti gli obiettivi economici raggiunti dalla maggioranza di centrodestra: i "risultati record sul fronte dell'occupazione" in particolare "quella stabile", i "risultati straordinari sulla rimodulazione e sull'attuazione del Pnrr che oggi ci vengono riconosciuti", lo spread che è "sotto controllo", le "agenzie di rating che - di solito poco accomodanti - danno fiducia all'economia italiana" e "il sistema pensionistico fra i più equilibrati d'Europa". E dal 2024 "torneremo in avanzo primario", ha rivendicato Meloni. Pur dovendo sottolineare come "la misura del superbonus pesa come un macigno".

Nella trattativa sul Patto di stabilità l'Italia ha avuto in generale un "approccio costruttivo e pragmatico, che consentisse finalmente di bilanciare l'elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l'imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti". Questo non è stato così fino ad oggi, aggiunge la premier, e quindi "non possiamo permetterci che continui ad essere così da domani".

"Per la sinistra aiutare gli italiani è una colpa"

Dopo il superbonus, Meloni scaglia un'altra pesante frecciatina nei confronti di Giuseppe Conte e del Movimento Cinque Stelle sugli aiuti all'Ucraina. A dispetto di un racconto un fallimento della controffensiva ucraina, Kiev ha già vinto questa guerra impedendo l'invasione e grazie al sostegno dei liberi popoli occidentali. "Meglio sarebbe stato seguire i consigli, secondo questo racconto, di chi diceva - anche in quest'Aula - che Kiev non avrebbe dovuto essere sostenuta: questa è propaganda, la realtà dice ben altro", ha spiegato la premier. Perché "la Russia è riuscita a invadere solo l'11% del territorio ucraino e non riesce a controllare neanche le quattro regioni che dice di aver annesso". Nel quadro dei conflitti bellici in corso, resta in campo il tema dei migranti.

Il passaggio più duro del presidente del Consiglio arriva quando conferma la validità del protocollo Italia-Albania: "L'accordo con Tirana è destinato a diventare un importante strumento per combattere i trafficanti - dice -. Dispiace francamente che molte delle voci stonate siano arrivate proprio dall'Italia". Poi, l'attacco diretto al Partito Democratico: "Si è attaccato il premier Edi Rama per avere osato aiutare il nostro Paese e si è anche paventata un'espulsione dal Partito Socialista Europeo, evidentemente per alcuni italiani di sinistra aiutare l'Italia è una colpa".

Infine il messaggio dedicato alle opposizioni: "Continuino pure a tentare di distruggere, che noi continueremo a costruire e gli italiani continueranno a vedere la differenza".

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