L'apparizione, perché non può essere chiamata diversamente, di Giorgia Meloni in collegamento con Domenica In all'ora di pranzo ha fatto infuriare l'opposizione che ha sollevato ancora una volta il tema della propaganda. Il premier è stato davanti alle telecamere di Rai Uno per un tempo di circa un minuto mentre partecipava a Roma, al Tempio di Venere, all'iniziativa "Il pranzo della domenica", per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell'Unesco. Eppure, questo breve intervento per promuovere il Made in Italy, è stato oggetto di strepiti e lamenti con il tormentone di "TeleMeloni"
Eppure in passato non si ricorda niente di simile. Non si ricorda che sia stato coniato il termine "TeleGentiloni" quando, a marzo 2017, presidente del Consiglio si accomodò in studio per un'intervista di 45 minuti. E nemmeno quando Giuseppe Conte (all'alba del Covid) intervenne in diretta nel febbraio 2020 da premier in collegamento per circa 10 minuti. Oppure quando miinistri come Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza parteciparono più volte tra il 2019 e il 2021. "Fa sorridere quindi l'indignazione a corrente alternata: un po' di memoria aiuterebbe", è il commento del sindacato UniRai che ha portato quegli esempi sottolineando l'ipocrisia di questa minoranza di governo.
Addirittura Elly Schlein è riuscita a collegare quel breve collegamento durante un evento di promozione del Paese, che è tra i compiti di un premier, alla Palestina, accusando Meloni di non essere andata in parlamento "a spiegare cosa farà l'Italia rispetto al riconoscimento". L'iniziativa, promossa dai ministeri della Cultura e dell'Agricoltura e dall'Anci, coinvolgeva oltre 120 piazze. La cucina italiana è "una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione", ha detto Meloni nel collegamento con Roma, che ha aperto la serie delle dirette tv con altre dieci città. Per altro, in collegamento da Roma con il presidente del Consiglio c'era anche il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, espressione del Partito democratico, che però a sinistra hanno finto di non notare.
Ma la sinistra italiana soffre da troppo tempo di memoria corta, almeno dal 2022, da quando Meloni e il centrodestra sono governano il Paese. L'esempio più eclatante è il Jobs Act, approvato dal Partito democratico contro il quale però lo stesso Pd ha sostenuto un referendum (fallito) per abrogarlo.
E che dire, poi, dell'accordo con la Libia, il primo firmato nel dicembre 2007 dall'Italia? Il premier era Romano Prodi. Ma gli esempio potrebbero continuare all'infinito, a dimostrazione che la sinistra si indigna a piacimento, dimenticandosi, però, di quando le stesse cose che oggi fa il centrodestra le hanno fatte loro. E ben prima.