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Mes, la Camera respinge l'autorizzazione: no alla ratifica

La Camera ha respinto l'autorizzazione alla ratifica del Mes. Hanno votato a favore della ratifica del Mes Pd, Più Europa, Iv e Azione. Hanno votato contro Lega, FdI e Movimento 5 stelle. Si sono astenuti Forza Italia e Noi moderati

Mes, la Camera respinge l'autorizzazione: no alla ratifica

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Ratifica del Mes, la maggioranza propone il parere contrario

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Chiusa la difficilissima partita sulla riforma del Patto di stabilità, il braccio di ferro sul Mes - al centro delle ultime polemiche tra esecutivo e opposizioni - torna di stretta attualità. La commissione Bilancio, convocata questa mattina con all’ordine del giorno il parere sulla ratifica del Mes, ha approvato il parere contrario proposto dal relatore di FdI sulla ratifica del Mes. Il quadro definitivo è il seguente: FdI e Lega hanno votato a favore del parere e quindi contro la ratifica del Mes mentre Forza Italia, come da pronostico, si è astenuta. Lo stesso schema si è ripetuto in Aula. La Camera dei Deputati ha infatti respinto l'autorizzazione alla ratifica del Mes. A favore hanno votato solo Pd, Azione, Iv e +Europa; si astengono Noi Moderati e Forza Italia. Contrari invece il Movimento 5stelle, Lega e Fratelli d'Italia. I no sono stati 184, 72 sì e 44 astenuti.

La reazione di Palazzo Chigi

La prima reazione ufficiale di Palazzo Chigi arriva subito dopo il giudizio dell’Aula. “Il Governo che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell'Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes. Si tratta - spiegano fonti di Palazzo Chigi - di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia, visto che come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente. In ogni caso, il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria”. “La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica - viene aggiunto dalle stesse fonti - può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona.

Il parere contrario della maggioranza

"La proposta di legge - si legge nel parere contrario della maggioranza presentato in commissione Bilancio alla Camera sulla ratifica del Mes - è carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria e che tale esclusione potrebbe pregiudicare la possibilità per il Parlamento di monitorare versamenti ulteriori del capitale sottoscritto, esprime parere contrario".

Questo è quanto scritto nel parere presentato dalla maggioranza in commissione Bilancio a Montecitorio, sulla proposta di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. Questa quindi la motivazione in base alla quale la commissione Bilancio ha predisposto un parere "contrario" al Mes per l'Aula. La maggioranza, infine, con il presidente della commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori di FI, ha chiesto un rinvio di circa 40 minuti dell'avvio della seduta dell'Aula della Camera per poter terminare i lavori della commissione Bilancio, impegnata sul parere sulla ratifica delle modifiche del Mes, al terzo punto dell'ordine del giorno odierno dell'Assemblea.

Le opposizioni insorgono

"Qui io rappresento il governo" che "sarà coerente con il volere del Parlamento". Il primo ad esporsi è il sottosegretario all'Economia Federico Freni, a margine dell'ufficio di presidenza della commissione Bilancio, in merito alla ratifica del Mes."Sul fronte leghista – ha aggiunto interpellato nel merito le posizioni non sono mai cambiate. La Lega va fiera della sua coerenza quindi non mi aspetto novità". Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, risponde a stretto giro e lancia un messaggio a Meloni. "Se fossi in loro il Mes lo approverei questa mattina – spiega Renzi lo approverei di corsa perché almeno si tolgono la polemica prima che la gente abbia letto cosa c'è scritto perché, nei dettagli, qualcosa che potrà non piacere ci sarà, prima che la Lega se ne accorga. Consiglio alla Meloni: votalo subito, tanto alla fine lo voterà perché lei ha cambiato idea su tutto".

Altrettanto duro il commento su Forza Italia: "Sarà una campagna per le europee molto affascinate – dice il numero uno di Italia Viva a SkyTg24 - l'europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale e, quando andrà alla prossima riunione del Ppe, lo accoglieranno con un abbraccio di commossa solidarietà. Se votano contro vuol dire che sono in campagna elettorale e che vince la linea Salvini". Un commento da leggere in combinato disposto con le dichiarazioni del numero uno di Azione:"Sul Mes - ha detto Carlo Calenda -e sulla spaccatura in maggioranza continuiamo a fare queste figuracce. Ma del resto abbiamo la grande anomalia di un parlamento dove, prima o dopo, Lega, 5S e Fratelli d'Italia hanno chiesto l'uscita dall'Euro. Lo spettacolo che vediamo sul MES è conseguenza della loro storia". Durissimo l’intervento in Aula di Giuseppe Conte che negli ultimi gironi ha ingaggiato una battaglia personale con la premier nel merito. "C'è sempre un momento della verità in cui la propaganda va via e rimane la realtà delle posizioni e dei fattii – ha detto il leader pentastellato - Giorgia Meloni ha mentito al Parlamento, solo oggi decidete sul Meccanismo europeo di stabilità e vi assumete le vostre responsabilità: noi lo abbiamo rifiutato quando tutti lo volevano". Il numero uno pentastellato annuncia così il voto contrario del suo Movimento: "Il Meccanismo europeo di stabilità rimarrà un accordo intergovernativo e non comunitario. Noi siamo coerenti, votiamo no a causa della vostra incapacità, della vostra incompetenza, della vostra imperizia. Purtroppo, denunciamo questa vostra pantomima antipatriottica".

"La maggioranza si è spaccata", "non c'è più". Questo inveceil commento a caldo del capgruppo di Iv in commissione Bilancio, Luigi Marattin, e il dem Piero De Luca, capogruppo in commissione affari Ue, al termine del voto della Bilancio sul parere contrario alla ratifica della modifica del Mes. Rincara la dose il deputato di Avs Marco Grimaldi:"Maggioranza in frantumi, come la credibilità della Meloni". "Il voto sul Mes - spiega la capogruppo Pd Chiara Braga - ha reso evidenti le spaccature nella maggioranza su una vicende rilevante per l'Italia e per l'Ue. Fanno fare una pessima figura al nostro Paese".

La risposta del governo

Secca la risposta di Forza Italia che, per voce del capogruppo azzurro Roberto Pella, passa al contrattacco. "Ribadiamo il ruolo decisivo del nostro vicepremier Antonio Tajani in una contrattazione significativa con l'Unione Europea grazie alla quale l’Italia ha un’importante credibilità internazionale. "Per questa ragione – spiega Pella - vogliamo esprimere un'astensione sulla proposta di parere contrario al Mes, perché il Mes sarà un'opportunità e non un obbligo e perché bisogna continuare con una collaborazione ed un confronto continuo e costruttivo con le istituzioni europee". A chi gli chiede se la maggioranza è spaccata, la risposta dell’esponente forzista è netta:"No assolutamente, abbiamo una posizione diversa coerente con quanto portato avanti dal nostro partito fino ad oggi".

Dello stesso tenore il commento del leader della Lega. Matteo Salvini, intervenendo nel merito, ha spiegato che"sul Mes la Lega non ha mai cambiato idea in vent'anni, è uno strumento inutile se non dannoso che porterebbe un lavoratore italiano a dover mettere dei soldi per salvare una banca tedesca”. Non penso sia utile e siccome il Parlamento è sovrano – ha aggiunto - il Parlamento vota in base all'interesse nazionale italiano: i tedeschi fanno gli interessi tedeschi, noi quelli degli italiani.

La posizione della Lega è sempre stata e continua a essere chiara".

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