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Mezzi militari, Cpr e rimpatri: il piano del governo per svuotare Lampedusa

Il Viminale vuole evitare di sovraccaricare nuovamente Lampedusa in caso di nuovo boom di sbarchi e sta approntando un piano per limitare i disordini

Mezzi militari, Cpr e rimpatri: il piano del governo per svuotare Lampedusa

Le scene viste a Lampedusa nelle ultime settimane durante il picco di sbarchi non si dovrebbero più ripetere. Questa è la linea del Viminale alla base delle nuove misure che il governo vuole adottare per evitare sovraccarichi dell'hotspot, soprattutto quando l'isola è presa d'assedio da centinaia di barche che a fine giornata fanno salire il conteggio degli sbarchi di diverse migliaia di unità. L'Italia non può e non dev'essere l'hub europeo dell'immigrazione irregolare, su questo il governo Meloni è stato chiaro. Pertanto, in attesa che dall'Europa si appronti definitivamente una linea di solidarietà che distribuisca il carico su tutti i Paesi membri, anche e soprattutto quelli di bandiera delle navi Ong, da Roma si lavora a un piano di emergenza per evitare nuovi sovraccarichi sull'isola.

Il piano al quale sta lavorando il Viminale è ancora in fase di lavorazione ma tra le misure che il governo intende adottare c'è anche una più massiccia presenza di mezzi militari a Lampedusa, in particolare navi e aerei, per agevolare e accelerare le pratiche di svuotamento dell'hotspot ma non solo. Perché l'esecutivo di Giorgia Meloni intende anche accelerare le pratiche del rimpatrio per chi non è meritevole di accedere alla protezione internazionale. Infatti, in quest'ottica, il governo intende approntare una procedura di esame accelerato alla frontiera delle domande di asilo per agevolare il rimpatrio verso i Paesi sicuri. E seguendo questa logica, si pensa anche a un rafforzamento delle espulsioni con il potenziamento del numero e dei posti per i Centri di permanenza per il rimpatrio. Bisogna sempre considerare che la maggior parte dei migranti irregolari che arrivano nel nostro Paese sono economici, diversi dai profughi, pertanto senza documenti non hanno alcun diritto di permanere sul territorio europeo e, quindi, italiano.

Per agevolare i rimpatri, il Viminale sta lavorando alla creazione di almeno un Cpr in ogni regione, in modo tale da gestire con miglior efficienza tutte le pratiche, evitando i sovraccarichi eccessivi visto che le ondate sono sempre più imponenti che si stanno abbattendo sul nostro Paese. Il sistema di accoglienza italiano è fortemente sotto pressione, con oltre 120mila persone presenti nei centri del nostro Paese. Nei prossimi giorni le condizioni meteomarine non saranno favorevoli alle partenze a causa del forte vento, quindi sono da escludersi "assalti" come quelli ai quali abbiamo assistito nello scorso weekend.

Qualche barchino non è escluso arriverà comunque ma appena le condizioni miglioreranno si rischia una nuova emergenza, se non si interviene per tempo.

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