No al minuto di silenzio e al lutto nazionale: gli oltraggi della sinistra a Berlusconi

Continuano gli attacchi della sinistra alla memoria di Silvio Berlusconi: alcuni consiglieri hanno abbandonato l'aula durante il minuto di silenzio indetto per ricordare l'ex-premier e a Sesto Fiorentino, il sindaco ha annunciato l'intenzione di tenere le bandiere a mezz'asta solo durante i funerali

No al minuto di silenzio e al lutto nazionale: gli oltraggi della sinistra a Berlusconi
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Già ieri, a poche ore dalla sua scomparsa, Silvio Berlusconi è stato ricordato con un minuto di silenzio nel corso di diversi appuntamenti istituzionali svoltisi in tutta Italia (oltre che con l'annuncio del lutto nazionale fino al 14 giugno). Peccato però che non tutti abbiano voluto partecipare a quello che poteva essere un momento di unione nel cordoglio, capace di andare oltre le (legittime) divergenze politiche: alcuni esponenti della sinistra hanno infatti deciso di abbandonare l'aula in segno di protesta, rinunciando volontariamente al minuto di raccoglimento. E il sindaco di un Comune toscano ha poi preannunciato la decisione di tenere le bandiere a mezz'asta solo per il tempo dei funerali di Stato, attaccando il centrodestra anche in un momento come questo.

Questo è quanto avvenuto nelle scorse ore fra Genova, Piacenza e Sesto Fiorentino. Il primo caso arriva dal capoluogo della Liguria, nell'ambito del consiglio congiunto dei municipi Centro Ovest e Valpolcevera: alcuni consiglieri del centrosinistra sono usciti dall'aula durante il minuto di silenzio proposto ieri dai due presidenti, per omaggiare l'ex-premier.

La mancata partecipazione al minuto di silenzio

Lo stesso è accaduto più o meno in contemporanea in un altro municipo genovese (Media Val Bisagno) durante la riunione della seconda commissione: Federico Giacobbe, consigliere del Movimento 5 Stelle, ha deciso di non partecipare al raccoglimento rivendicando poi la decisione sui propri account social. E Mario Mascia, commissario cittadino di Forza Italia, non ha nascosto il proprio disappunto, attaccando tutti gli autori di un gesto letto alla stregua di una mancanza di rispetto. "Mi viene in mente una domanda che fa da strofa a una famosa canzone di Vasco Rossi: però la dignità, dove l'avete persa? - il suo intervento, riportato dal sito GenovaToday - chi si comporta così, sbattendo la porta in faccia al ricordo di una persona morta, intende negarne la dignità. A prescindere da ogni opinione o comportamento abbia serbato in vita". Qualcosa di simile si è poi verificato anche a Piacenza, durante il consiglio comunale. Anche in quel frangente il presidente del consiglio aveva indetto il minuto di silenzio e a dir la verità quasi tutti i consiglieri lo hanno osservato. Ad eccezione di Stefano Cugini, consigliere di Alternativa di Piacenza (una civica di sinistra) il quale ha abbandonato di proposito l'aula, ritornandovi solo al termine dell'omaggio a Berlusconi.

Il sindaco di sinistra attacca il governo

L'ultima iniziativa di protesta nei confronti di Berlusconi e del centrodestra arriva infine da Sesto Fiorentino: stamattina il sindaco di Sinistra Italiana Lorenzo Falchi ha contestato la scelta di indire il lutto nazionale, preannunciando la volontà di limitare l'esposizione delle bandiere a mezz'asta sul municipio al tempo necessario per lo svolgimento dei funerali di Stato. "La scomparsa di un personaggio così influente e così controverso e divisivo per la Storia recente del nostro Paese impone di considerarne la figura con l’equilibrio e la sobrietà che deve contraddistinguere le istituzioni - il suo pensiero, espresso in una nota - per questo mi sono assunto la responsabilità di limitare l’esposizione delle bandiere a mezz’asta alla sola giornata di domani, in concomitanza con lo svolgimento dei funerali di Stato.

La decisione della presidenza del Consiglio dei Ministri in merito all’indizione del lutto nazionale è del tutto inusuale e inappropriata, frutto di valutazioni squisitamente politiche”. Una parte della sinistra, insomma, non sembra avere la minima intenzione di mettere da parte le divisioni politiche. Nemmeno davanti alla morte.

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