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"Non escludiamo nulla". Il chiodo fisso di Landini: minaccia altri scioperi

Il segretario della Cgil è pronto all'ennesima mobilitazione: "Finora il governo con noi non sta discutendo". Non è sazio della valanga di scioperi del 2023?

"Non escludiamo nulla". Il chiodo fisso di Landini: minaccia altri scioperi
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Anno nuovo, soliti ritornelli. Anche il 2024 inizia all'insegna della minaccia dell'ennesimo sciopero. A lanciarlo, non è affatto una novità, è il solito Maurizio Landini che ha sfoderato ancora una volta l'ipotesi della mobilitazione. Una ricetta vecchia, assolutamente legittima, che però suona in maniera alquanto strana visto che siamo all'inzio di un nuovo anno e i dati che arrivano - dall'inflazione all'occupazione - sorridono all'Italia. Evidentemente l'opposizione pregiudiziale conta più della realtà dei fatti.

Il segretario della Cgil, intervenuto ai microfoni di Agorà WeekEnd su Rai 3, è stato interpellato sulla possibilità di mettere in campo altre manifestazioni contro il governo come fatto nel 2023. "Se il governo continua a non ascoltarci come fatto finora, sì", è stata la presa di posizione di Landini. Che, come di consueto, ha puntato il dito contro l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni accusato di essere sordo di fronte alle richieste avanzate dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro: "Finora il governo con noi non sta discutendo ed è chiaro che noi non escludiamo alcuna mobilitazione, di alcun genere".

Landini - che ha tenuto la sua puntuale arringa su tassazione, sanità e questione salariale - dovrebbe tenere a mente un concetto assai chiaro: è certamente doveroso dare vita a un confronto istituzionale con le parti sociali, ma un governo deve attenersi al mandato popolare ricevuto rispettando il programma promosso dagli italiani. L'agenda della sinistra verrebbe magari messa in campo se il fronte rosso dovesse essere premiato alle urne, ma ora alla guida del Paese vi è il centrodestra e pertanto è indispensabile concentrarsi per non tagliare il rapporto di fiducia con gli elettori.

È forse il caso di ricordare a Landini i recenti dati dell'Istat. A novembre 2023 è proseguita la crescita dell'occupazione; il numero degli occupati è in complesso superiore a quello di novembre 2022 di ben 520mila unità: nello specifico corrispondono a un incremento di 551mila dipendenti permanenti e 26mila autonomi, mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 57mila unità. Con buona pace degli allarmi lanciati dalla sinistra sulla precarietà e dal Movimento 5 Stelle sulla fine del reddito di cittadinanza che avrebbe dovuto innescare una bomba sociale.

Incredibile ma vero: evidentemente non sazio dei numerosi scioperi che si sono susseguiti nel giro di pochi mesi, Landini è già con lo sguardo al 2024 con il chiodo fisso della mobilitazione. A fare impressione è la raffica di scioperi fino a pochi giorni dal Natale 2023, con una serie di date che gli italiani hanno cerchiato in rosso sul calendario. Un lungo periodo di manifestazioni nel nostro Paese che hanno interessato molti settori e diverse sigle. Disagi, caos, ritardi.

Sullo sfondo l'ira dei pendolari ormai spazientiti dalle inevitabili conseguenze derivate dalle braccia incrociate specialmente nel settore trasporti. Un sacrosanto diritto per far valere le proprie battaglie non deve però impedire il godimento dei diritti della persona costituzionalmente garantiti. Nel frattempo Landini pensa alla mobilitazione per il 2024.

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