
Alla dichiarazione di guerra annunciata da Beppe Grillo, in vista della battaglia legale sul simbolo e sul nome del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte preferisce - almeno per il momento - non calcare troppo la mano contro il suo ex "amico". "Nessuna lite", assicura l'attuale capo politico della comunità pentastellata: il ricorso su nome e simbolo è "una questione da legali. Se verrà posta, verrà risolta in tribunale. Il simbolo è dei 5 Stelle non è né di Conte né di Grillo, ma del Movimento" ovvero "di una comunità di eletti e attivisti che si impegnano ogni giorno e credono in questi valori al di là dei simboli", ha dichiarato Conte intervistato alla trasmissione "Un Giorno da pecora", su Rai Radio1. "Se fossi il suo legale, gli suggerirei caldamente di non farlo", puntualizza infine in maniera sibillina l'ex presidente del Consiglio.
In ogni caso, secondo quanto era stato riferito da fonti a lui vicine non più tardi di tre giorni fa, Grillo è oramai pronto a fare partire a giorni un'azione legale del fondatore del partito pentastellato per riappropriarsi del marchio "Movimento 5 Stelle". Il comico genovese, nonché storico fondatore di quello che si è trasformato a tutti gli effetti in un partito avrebbe già dato mandato ai propri legali, tornando all'attacco in vista dei prossimi appuntamenti politici. Un nuovo capitolo dello scontro dopo la sfida dello scorso novembre, quando l'assemblea costituente del M5s aveva estromesso l'artista ligure, cancellando dallo statuto la figura del garante. Quest'ultimo però sembra pronto a rilanciare, rivendicando la titolarità del nome e del logo dell’associazione con sede a Genova fondata nel 2012.
Del resto la promessa fatta da Grillo la mattina del 3 dicembre 2024 in quel celebre e iconico videomessaggio a bordo di un carro funebre era stata chiara: "Non finisce qua": e, ancora adesso, lui sembrerebbe molto determinato a mantenere questo impegno preso soprattutto con i suoi più stretti collaboratori e tifosi (vedasi alla voce Toninelli). Subito dopo l'esito della Costituente, abolizione del limite dei due mandati compresa, il padre del Movimento era tranchant proprio in quello stesso filmato: "Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio. Fatevi un altro simbolo. Il Movimento è stramorto, ma l'humus che c'è dentro no".
Della possibile contesa legale sul simbolo M5s si parla da tempo; anche se circa sette mesi fa era trapelato un documento nel quale il settantasettenne si impegnava a non promuovere "alcuna contestazione" nei confronti del Movimento 5 Stelle sull'uso del nome e del simbolo, sia pure modificato "in tutto o in parte".
Sempre in quei giorni concitati, come ultimo schiaffo dialettico morale, Grillo aveva consigliato alla Schlein di prendersi Conte dentro il Partito Democratico e proprio oggi pomeriggio Giuseppi ha dichiarato che non vedrebbe male Elly come possibile candidata premier. Forse, certi corsi e ricorsi storici - per non dire la parola "amori" - "fanno dei giri immensi e poi ritornano".