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"Non potevo sopportare...". La lezione della Segre sul ricordo di Ramelli

La senatrice a vita ricorda la propria presenza ai funerali di Sergio Ramelli. "Non potevo sopportare una tragedia di quel tipo". Una testimonianza che sollecita alla pacificazione nazionale

"Non potevo sopportare...". La lezione della Segre sul ricordo di Ramelli

"Non potevo sopportare una tragedia e una violenza di quel tipo". La senatrice a vita Liliana Segre ha testimoniato e ricordato così la propria partecipazione ai funerali di Sergio Ramelli, 18enne del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975 da militanti di Avanguardia operaia. A pochi giorni dalla commemorazione del giovane militante di destra aggredito a morte con viltà, avvenuta a Milano, la voce della 92enne rappresentante delle istituzioni è tornata coraggiosamente a rompere il muro di silenzio che ancora impedisce la pacificazione nazionale e alimenta soltanto le divisioni ideologiche.

"Nella mia vita ho cercato di fare tante cose, sono andata a vedere la Foiba di Basovizza, sono stata al funerale di Ramelli perché non potevo sopportare una tragedia e una violenza di quel tipo", ha affermato Segre, intervenendo stamani a L' Aria che Tira, su La7. "Ho sempre scelto umanamente e non politicamente o ideologicamente", ha aggiunto, quasi a voler auspicare quel tipo di atteggiamento. E, in questo senso, le parole della senatrice a vita sono risuonate con particolare forza, anche perché la donna - antifascista e superstite dell'Olocausto - ha una storia personale che avvalora ulteriormente quelle sue valutazioni, rendendole immuni da strumentalizzazioni di parte.

Nei giorni scorsi ad auspicare la "pacificazione nazionale" durante le commemorazioni di Sergio Ramelli era stato anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "La memoria di oggi è una memoria che vuole invitare alla pacificazione nazionale che non vuol dire parificazione, sono due concetti completamente diversi", aveva affermato l'esponente di Fratelli d'Italia. Purtroppo, infatti, in Italia la storia continua a dividere e il percorso verso il raggiungimento di una memoria condivisa continua ad apparire pieno di ostacoli ideologici.

Proprio in riferimento alla Storia, su La7 Liliana Segre ha anche offerto un emozionato ricordo personale. "Le date sono molto importanti, per qualcuno per nulla, ma il primo maggio al di là della mai abbastanza onorata festa dei lavoratori per me è una data molto particolare. Perché io sono stata liberata dalla prigionia il primo maggio e poi, quando ho avuto la possibilità di avere una famiglia, abbiamo sempre festeggiato il primo maggio come il mio compleanno. Per festeggiare la rinascita e la nascita", ha dichiarato la senatrice a vita.

"Il primo maggio mi riporta a un mondo che sembrava scomparso, perché avevo fatto la marcia della morte attraversando un'Europa in fiamme, e l'ho ricordato anche a Bruxelles dove le bandiere dell'Europa garrivano tutte insieme", ha concluso.

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