Norma "anti-Gandhi": cos'è la misura votata dentro il decreto Sicurezza

Si tratta di una delle voci incluse dentro il provvedimento voluto dal governo Meloni, ma il centrosinistra è andato su tutte le furie: in che cosa consiste esattamente questa norma?

Norma "anti-Gandhi": cos'è la misura votata dentro il decreto Sicurezza
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Le opposizioni l'hanno soprannominata sbrigativamente "norma anti-Gandhi", anche se in realtà sarebbe necessario specificare esattamente di che cosa si tratta: è una misura contenuta nel decreto Sicurezza, che è appena passato definitivamente in Parlamento dopo il voto ottenuto dal dl sia alla Camera dei Deputati sia al Senato della Repubblica, e che adesso attende l'approvazione conclusiva e l'ingresso ufficiale in Gazzetta ufficiale a seguito della promulgazione nei prossimi giorni da parte del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il centrosinistra ha protestato molto veementemente nelle Aule di Montecitorio e di Palazzo Madama, gridando addirittura allo "Stato di polizia": ma che cos'è, precisamente, questa norma?

Sulla carta, la cosiddetta "norma anti-Gandhi" - che è una delle tante voci comprese all'interno del decreto Sicurezza - prevede la trasformazione da illecito amministrativo a illecito penale nei casi di blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo fisico. La pena è aumentata se il fatto viene commesso da più persone riunite. Si potrà essere puniti, infatti, con un mese di carcere e una multa fino a 300 euro. Tuttavia se tutto questo dovesse avvenire nel corso di una manifestazione - e sono più persone a bloccare la strada - allora la pena prevista potrebbe arrivare fino a un totale di sei anni. La sinistra ha così deciso di evocare forzatamente (e impropriamente) la figura di Gandhi, l'inventore della lotta di resistenza non violenta. Ma occorrerebbe aggiungere altri elementi a tal proposito.

Innanzitutto bisogna sottolineare anche che un emendamento fatto approvare della Lega qualche mese fa ha introdotto un'aggravante al reato di resistenza a pubblico ufficiale, quando questo si manifesterà durante manifestazioni convocate "al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o un'infrastruttura strategica". Nella sostanza, chi protesterà per esempio contro il Tav o contro il ponte sullo stretto di Messina, rischierà pene più severe. E poi c'è pure il tema molto evidente che riguarderebbe gli eco-attivisti di "Ultima generazione", che più di tutti negli ultimi tre anni si sono spesi attivamente in diversi blocchi stradali che hanno impedito a molti autisti di potere raggiungere il proprio posto di lavoro o di arrivare a degli importanti appuntamenti personali.

Ecco che, sotto questo punto di vista, qualche settimana fa era arrivato il commento del senatore Gasparri (Forza Italia) sulla definizione utilizzata dall'opposizione per dare un nome a questa norma: "La sinistra non la capisco. Ma quale norma anti-Gandhi - ha commentato il capo gruppo del partito azzurro -. Gandhi è stato un eroe della libertà, qui parliamo di teppisti della stupidità. Ce l'avete presenti gli eco-attivisti che a Roma si calano dai ponti sul Gra con i loro cartelli, col rischio di causare incidenti stradali?". Sullo stesso piano si era posto Lucio Malan, di Fratelli d'Italia: "Questo provvedimento è stato ideato per evitare che ci siano delle persone che privano altri cittadini, che magari vanno a lavorare o che hanno delle urgenze, della libertà di circolazione che è garantita dalla Costituzione".

Ecco perché verrà punito anche chi farà il classico "picchetto" davanti alle fabbriche e alle scuole, impedendo materialmente l'accesso a chi vuole andare a lavorare, studiare e frequentare regolarmente le lezioni.

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