A Palazzo Grazioli Roberto Occhiuto (nella foto) ribadisce di non avere idee bellicose: «Nessuno aveva intenzione di organizzare questo convegno per fare una corrente, sono cose polverose che appartengono al passato. Solo il Pd, tra i partiti più masochisti, ha le correnti. Noi vogliamo dare una scossa liberale al centrodestra».
Insomma, il governatore della Calabria assicura che la sua non è una sfida alla leadership di Antonio Tajani. Al convegno «In libertà. Pensieri liberali per l'Italia», però, punzecchia: «Dicevamo che Fi poteva arrivare al 20%, invece da qualche mese galleggia intorno all'8-9%. C'è una grossa parte dell'elettorato che potrebbe votare per noi». E spiega i suoi piani: «Tajani, io ed altri dirigenti abbiamo assunto l'impegno di portare il partito al 20%, non sta accadendo. Non per responsabilità di Tajani, ma ciascuno di noi deve assumersi qualche responsabilità ulteriore, dare nuove idee, invitando a partecipare imprenditori che possono darci suggerimenti. Ho voluto fare questo: chiamare imprenditori importanti, che ci hanno raccontato la loro esperienza e la loro visione del Paese».
Nell'ex residenza romana di Silvio Berlusconi ci sono infatti il vicepresidente di Uber West, il delegato alla transizione digitale di Confindustria Labriola, la Ceo di Ab medica Cerruti, l'Ad di Arsenale Spa Barletta, il presidente di Copa Giansanti, l'Ad del Gruppo A2A Mazzoncini e l'Ad di Ryanair Wilson.
E poi giornalisti come Arditti e Porro e 22 parlamentari azzurri oltre a diversi ex, dai vicepresidenti delle Camere Mulè e Ronzulli al viceministro alla Giustizia Sisto, a Roscioli, Rossello, Marrocco, Dalla Chiesa, Cappellacci, Lotito, Russo, Cattaneo. «Ma quale corrente!», sbotta l'organizzatore dell'evento Andrea Ruggieri. E Alessandro Cattaneo insiste: «È stato un evento non contro ma per i valori liberali».