
Ricordare i trent'anni dalla fondazione di Alleanza Nazionale significa anche ripercorrere le tappe più significative del percorso compiuto. Un cammino che oggi, con Giorgia Meloni al governo, è entrato nella fase della definitiva affermazione.
La netta e categorica presa di distanza di Giorgio Almirante da qualsiasi pulsione extraparlamentare fu il necessario e fondamentale presupposto per la creazione di una classe dirigente giovane, nuova, capace di progettare e costruire il futuro. Una rotta che ci fu indicata da Pinuccio Tatarella. È stato lui a immaginare, ispirare, costruire e portare al successo una destra di governo repubblicana, europea, pronta a confrontarsi su tutto e con tutti. Quando il professor Fisichella, nel 1992, sulle colonne del Tempo, lanciò la proposta di una Alleanza Nazionale in contrapposizione a quella Alleanza Democratica alla quale stava lavorando la sinistra, ci fu l'accelerazione decisiva. Ricordo l'attivismo, il fervore, l'entusiasmo di quel periodo.
Alle elezioni del '94, soprattutto grazie alle mediazioni di Pinuccio Tatarella, nacque il primo governo Berlusconi. Il primo con alcuni ex missini chiamati al ruolo di ministro.
Ma quale fu il concreto contributo di An? Verso il termine di una legislatura che ci vedeva di nuovo al governo il nostro slogan fu «Eravamo in pochi a chiamare Patria l'Italia. Oggi siamo la maggioranza». In quel manifesto c'era il portato del nostro contributo. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi aveva avuto un ruolo fondamentale per restituire agli italiani la fierezza del Canto degli Italiani, Inno di Mameli, l'amore per il Tricolore, l'orgoglio per la storia e l'identità nazionale. Avevamo dimostrato che le nostre idee potevano affermarsi e radicarsi ben al di là del nostro mondo. E che non si pensasse solo al contingente ma anche al futuro lo dimostra il percorso del movimento giovanile che, in particolare sotto la guida di Giorgia Meloni, seppe portare all'attenzione dell'agenda politica nazionale le idee, le aspirazioni, l'ironia e la capacità di dialogo di chi sapeva, poteva e voleva confrontarsi con gli avversari. A testa alta, guardando tutti negli occhi.
La storia di An, oggi ben custodita e rappresentata dalla Fondazione, visse una fase nuova alle elezioni del 2008 quando, su proposta di Silvio Berlusconi, nacque il Pdl. E ancora una volta era stato Pinuccio Tatarella, tanti anni prima, a intuire quella che sarebbe stata la nostra strada.
Lo dimostra anche la nascita e l'affermazione di Fratelli d'Italia, dove personalità esterne alla destra politica tradizionale hanno contribuito, in alcuni casi sin dalla sua fondazione, alla costruzione di qualcosa che sembrava impossibile.
Un partito che ha saputo crescere e radicarsi passo dopo passo, grazie a idee chiare, a una leadership giovane, innovativa e instancabile, e all'orgoglio e all'impegno di migliaia di simpatizzanti, sostenitori e militanti.
Un partito in grado di guidare e orientare gli scenari politici internazionali. Giorgia Meloni alla guida dei Conservatori europei ha segnato infatti un'ulteriore tappa di una affermazione internazionale che è la migliore risposta a chi, ancora poco tempo fa, preconizzava un isolamento europeo dell'Italia guidata dalla destra. La vicepresidenza esecutiva della Commissione europea affidata a Raffaele Fitto ne rappresenta un'ulteriore riprova, ma il percorso non è finito.
Le contrapposizioni politiche faticano ancora nel nostro Paese a collocarsi nel naturale alveo della dialettica, tornando spesso e purtroppo a ripetere stanchi e stantii ritornelli sulla legittimazione democratica.
Polemiche strumentali e in molti casi orientate per evidenti interessi di parte che non fanno bene all'Italia e che, come ci hanno ricordato gli italiani, non portano voti a chi continua a credere più alla contrapposizione che al confronto, più ai pregiudizi che al dialogo.
Ciononostante, il nostro impegno per una definitiva pacificazione è quanto mai totale, perché sappiamo quanto siano preziosi i valori sociali, democratici e liberali sanciti dalla nostra Carta costituzionale. Non a caso la cronaca politica ci ricorda che oggi, tra i grandi Paesi europei, l'Italia ha il governo più stabile, grazie a una guida autorevole ed efficace. Una guida capace di difendere gli interessi nazionali in tutti i consessi internazionali, nel solco della nostra tradizione europeista e atlantista. Un merito che può e deve essere valorizzato e rivendicato.
È questa la sfida che Fratelli d'Italia ha raccolto e rilanciato: governare bene, per volere degli elettori, nell'unico interesse degli italiani.
Ed è per questo che, in linea con i
dettami della politica dell'alternanza, la destra italiana quando lo decideranno i cittadini nelle urne tornerà a fare la sua parte anche dai banchi dell'opposizione. E lo farà sempre restando dalla parte degli italiani.