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Il Pd torna a litigare sul termovalorizzatore di Roma

La responsabile nazionale ambiente di Schelin chiede di rivedere il progetto e ridimensionarlo. Nel frattempo i rifiuti della Capitale vanno in Olanda

Il Pd torna a litigare sul termovalorizzatore di Roma

Il Partito Democratico torna esprimere dubbi sul termovalorizzatore di Roma. E lo fa per voce del suo nuovo responsabile di segreteria nazionale, Annalisa Corrado, a cui Elly Schlein ha dato la delega all’ambiente. Proprio lei che è firmataria della lettera con cui smentiva “le fake news del Sindaco Gualtieri sull’inceneritore”. Repubblica ha riportato le parole dette durante un convegno da Annalisa Corrado: “Roberto Gualtieri si è legato mani e piedi a questo progetto. Blocchiamo il termovalorizzatore e a quel punto il sindaco si dimette? Non possiamo mettere a rischio la Capitale. Il progetto va ridimensionato”. Secondo la responsabile ambiente del Pd la portata dell'impianto sarebbe troppo alta, e quindi il mancato ridimensionamento significherebbe "arrendersi al fatto che Roma non riesce a differenziare i rifiuti". Per questo Annalisa Corrado ha chiesto a Gualtieri di "riaprire il percorso” cosi da spingere per la differenziata mentre “con il termovalorizzatore verrebbe cristallizzata invece la situazione attuale”.

Parole che sono state smentite dalla Corrado che ha detto “sul termovalorizzatore la penso come Schlein”. Ma come la pensa Schlein? Non è dato sapere, perché su questo argomento, come ad esempio sull’utero in affitto, glissa sulle domande. E questo lo conferma anche il sindaco Gualtieri: “Non le piace? Sono opinioni personali, che poi sono tutte da vedere perché la segretaria è stata molto prudente a esprimere una posizione, essendo una persona seria che vuole approfondire il dossier”.

Ma la polemica è scoppiata, e subito ha fatto ripiombare i 5 stelle: "Anche nel Pd nazionale crescono i dubbi sul termovalorizzatore voluto da Gualtieri, a partire dalla loro responsabile Conversione ecologica, clima e green economy Annalisa Corrado, pronta ovviamente a smentire nell'immediato. Peccato, perché i dem hanno perso un'altra occasione per fare qualcosa di ecologista e ambientalista; così, dopo avere sostenuto per anni la linea del no all'inceneritore, hanno cambiato idea alle prime difficoltà. Ora accusano noi - dicono i gruppi consigliari della lista Raggi- di essere quelli del no a prescindere, mentre noi abbiamo sempre detto sì a un impianto moderno che non bruci i rifiuti ma li trasformi in energia pulita. Ci sono tecnologie più moderne che non producono gli effetti nefasti di un inceneritore: usiamole”.

L’impianto di ossicombustione che vogliono i 5 stelle è quello che è previsto a Bari, contro cui ha gia fatto ricorso il sindaco Pd Antonio Decaro. Sulla vicenda interviene il deputato di Fratelli d'Italia Massimo Milani:Il termovalorizzatore di Roma è ormai un casus belli dentro il Pd con il sindaco di Roma che cerca di mascherare l'imbarazzo dopo che la responsabile ambiente dei Dem Annalisa Corrado ha detto che il progetto va ridimensionato. Ma nonostante la marcia indietro della Corrado, le posizioni contrastanti tra Gualtieri e l'ala ecologista del Pd assumono ormai contorni da telenovela. Roma non ha bisogno di beghe interne né di essere in balia di un partito che si spacca su un tema così centrale. Non vorremmo pensare che al Nazareno prevalga la logica della opportunità politica di partito invece che una corretta valutazione di cosa serve veramente a chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma”.

Ma ovviamente non poteva mancare Carlo Calenda: "Il termovalorizzatore a Roma serviva l'altro ieri, siamo già oltre ma molto oltre il tempo massimo. I dubbi espressi dalla responsabile ambiente del Pd su dimensione e utilità dell'impianto sono surreali. Gualtieri tiri dritto".

Contraria invece è la Cgil, che contrasta la giunta dem: "Da quando si sono insediati non c'è stata nessuna condivisione sulle scelte strategiche, sia sul piano dei rifiuti che su quello dell'Ama. A Natale avevamo sollevato una polemica sulla città, che era in ginocchio. Nelle ultime settimane un impianto di proprietà è stato chiuso e nell'ultimo mese la città sta peggiorando, per cui abbiamo voluto dare un segnale di allarme", ha detto il segretario generale della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola in merito alla gestione dei rifiuti dell'amministrazione del sindaco Roberto Gualtieri a Roma. "I fatti - aggiunge - ci dicono che stiamo dove eravamo, per cui le critiche mosse oggi dal sindacato si pongono in continuità, è in contrarietà alle scelte che questa amministrazione sta facendo". Di Cola ribadisce la posizione della Cgil rispetto al termovalorizzatore: "Siamo contrari. Non serve un nuovo termovalorizzatore ma altri impianti e altri investimenti. È una tecnologia passata, serve un miliardo per costruirlo e trent'anni per ammortizzare i costi. Invece noi diciamo che ci possono essere soluzioni alternative. Bruciare la materia non è la soluzione: bisogna diminuire il consumo, ridurre gli imballaggi e puntare sulla raccolta e il riuso, cioè i capisaldi dell'economia circolare. Roma è tornata sporca, e il termovalorizzatore è una strategia sbagliata".

Gualtieri ha fatto capire in più occasioni che la costruzione del maxi-impianto, per cui Acea a marzo ha presentato una manifestazione di interesse, non è proprio in discussione: il treno è partito e il cronoprogramma prevede i cantieri a luglio 2024 e l'entrata in funzione nell'estate 2026. "Una mozione parlamentare contro il termovalorizzatore è stata respinta in modo quasi plebiscitario, e non era neanche vincolante: lo avrei fatto comunque" ricordava il sindaco la scorsa settimana. E il Pd di Elly Schlein, che qualcuno dice essere scettica sul progetto? Continua il primo cittadino: "Ha respinto la mozione del M5s. Ho il conforto dei quattro quinti del parlamento della Repubblica. Fine della discussione". Nel frattempo 900 tonnellate di rifiuti romani ogni settimana viene smaltito nel termovalorizzatore..

.di Amsterdam!

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