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“Più controlli sui treni e trasferimenti”. La nuova direttiva per gestire la rotta balcanica

Matteo Piantedosi ha rilasciato una nuova direttiva per implementare la gestione degli ingressi irregolari di migranti dai confini terrestri del nord-est

“Più controlli sui treni e trasferimenti”. La nuova direttiva per gestire la rotta balcanica

Il vertice di Tirana sta avendo le prime ripercussioni sulle misure da adottare per gestire e ridurre gli ingressi dalla rotta balcanica verso il Friuli Venezia Giulia. Il 2021 è stato un anno nero per l'immigrazione irregolare in Italia, con un aumento esponenziale rispetto agli altri anni a causa delle (non) scelte del precedente esecutivo, che vedeva Luciana Lamorgese al posto di comando del Viminale. Il compito di Matteo Piantedosi e dei ministri coinvolti nella gestione dei flussi migratori non è semplice ma fin dal suo insediamento, il titolare del ministero degli Interni sotto Giorgia Meloni si è adoperato per trovare soluzioni valide per fermare gli ingressi illegali nel Paese.

È di queste ore la notizia di una nuova direttiva del ministro Piantedosi, che indica un rafforzamento dei controlli a bordo dei treni che entrano in Italia dalla Slovenia e dall'Austria, i primi due Paesi sul confine nord-orientale italiano. "La nuova rotta balcanico-danubiana ha determinato un considerevole aumento degli arrivi via terra rispetto all'anno passato (4.101 migranti irregolari rintracciati dal 1 gennaio al 25 ottobre 2022, rispetto ai 1.350 dell'analogo periodo del 2021), con una variazione percentuale pari a +203,78%", scrive il ministro nella sua direttiva, mettendo in evidenza il fortissimo incremento dell'ultimo anno anche dal confine terrestre.

L'incremento, come si sottolinea nella direttiva firmata dal capo di gabinetto Maria Teresa Sempreviva, è stato rilevato "sia nel tarvisiano, al confine con la regione della Carinzia, sia, in maniera più consistente, al Brennero, al confine con la regione del Tirolo". Dall'inizio dell'anno, secondo la direttiva, "sono stati poco meno di 2.500 i migranti irregolari cui le pattuglie miste italo-austriache che operano sui treni in arrivo a Tarvisio dall'Austria hanno impedito l'ingresso nel territorio nazionale" mentre "al confine italo-sloveno, nello stesso periodo dal 1 gennaio al 25 ottobre di quest'anno, si è registrato un notevole aumento di migranti irregolari rintracciati rispetto al 2021 (+23,62%, da 8.081 a 9.990)".

Numeri che meritano ovviamente una riflessione, come è stato più volte fatto notare anche dalle forze di polizia che operano in quelle località, e che ha portato alla direttiva di Matteo Piantedosi.

Anche perché, a gravare sui centri regionali di accoglienza, non ci sono solo i migranti in ingresso dalla rotta balcanica e danubiana ma anche quelli che arrivano via mare e che vengono smistati su tutto il territorio, anche in Friuli, poiché da giugno scorso non è stato possibile "provvedere con regolarità, come in precedenza, ai trasferimenti dei richiedenti asilo dalle strutture delle province friulane verso altre regioni".

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