
A ennesima dimostrazione che le manifestazioni dei Pride sono diventati una pura manifestazione di propaganda politica, che con le rimostranze della comunità Lgbtq ha ben poco da spartire, è arrivato il caso di Napoli. Nella città partenopea, il Pride è previsto per il prossimo 5 luglio ma pare che diverse sigle non intendano aderire alla manifestazione perché considerano l'Arcigay troppo vicina alle posizioni di Israele. In particolare, viene accusato di posizioni "sioniste" il suo presidente, Andrea Sannino, che ha avuto la colpa di essere andato al Pride di Tel Aviv, poi sospeso a causa dei bombardamenti iraniani sulla città.
"In Iran gli omosessuali sono impiccati", ha dichiarato Sannino al Corriere del Mezzogiorno, una verità incontrovertibile che però pare sia stato il pretesto per spingere alcune associazioni, già distanti dall'Arcigay, ad annunciare la propria defezione alla manifestazione. Tra queste sigle c'è anche Atn - Associazione transessuale Napoli, che denunciano di essere "state messe davanti a un aut aut, o dentro o fuori, e noi abbiamo messo una sola condizione, mettere nella piattaforma politica una semplice frase: 'Basta genocidio, Palestina libera'". La domanda che sorge spontanea è quale liberazione vorrebbero per la Palestina, perché se fosse da Hamas troverebbero un ampio consenso. Anche la parola "genocidio", inesistente, è una evidente dichiarazione politica, che non ha trovato unanimità tra gli organizzatori della manifestazione. "Non crediamo di dover giustificare questa affermazione, i crimini di guerra di Israele sono contro il diritto internazionale, l'orrore è sotto gli occhi di tutti, e chiunque abbia cuore ha il dovere morale di alzare la voce per chiedere la fine dell'assedio e del massacro a Gaza", si legge ancora nel manifesto di Atn, che presuppone come assoluta verità la propria posizione.
Un atteggiamento tipico, ormai diffuso, che non ammette sfumature e pretende che tutti siano posizionati sulla stessa idea. Chi non lo è, diventa automaticamente "contro". Ma non c'è solo questo nel manifesto, perché l'associazione aggiunge anche che "l'avanzata delle destre e del fascismo, prima in Italia e poi in tutto il modo, ci mette sempre più in pericolo". Si tratta di una narrazione che, come spesso accade, disegna una realtà inesistente e non coerente con quello che è il mondo reale. Ma che risulta utile per generare paura e dissenso in un certo tipo di audience sensibile. C'è poi il contraltare perché, come si legge nella denuncia di Radio Pride, il presidente di Arcigay è "al centro di un attacco per le sue convinzioni politiche".
Nello specifico, "Sannino viene accusato – peraltro inquietantemente ritratto a testa in giù – di essere amico di assassini sanguinari e addirittura di negare un genocidio, lanciando un appello al boicottaggio del Napoli Pride del 5 luglio, definito 'il Pride dei sionisti'".