Il giorno dopo lo svolgimento dello sciopero generale in tutta Italia, ridotto da otto a quattro ore nel settore dei trasporti a causa della precettazione arrivata poco prima dal Ministero dei Trasporti, Matteo Salvini promette di tornare a battagliare immediatamente su questo tema a partire dall'arrivo dell'imminente mese di dicembre. Il vicepresidente del Consiglio si dice infatti "soddisfatto di aver garantito, ieri, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani". Il sui impegno non cambia per i prossimi trenta giorni, "quando si contano già 15 scioperi proclamati, fra cui uno generale fissato il 13 (guarda caso un altro venerdì) a pochi giorni dal Natale. Sono pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini", conclude.
Al termine della giornata di mobilitazione complessiva di venerdì 29 novembre si era registrato il consueto balletto tra le cifre dei manifestanti e quelle ufficiali, con i sindacati che rivendicano la partecipazione di 500mila persone allo sciopero generale in 43 piazze italiane. Per Cgil e Uil, c'erano mezzo milione di persone in piazza: "L'adesione è stata di oltre il 70%", dicevano da Corso d'Italia e Via Lucullo. Ma i conti non tornavano fin da subito se rapportati con i dati riscontrati dai ministeri: dal Viminale al dicastero dell'Istruzione e del Merito, del resto, risultano ben diverse le cifre delle adesioni all'astensione collettiva dal lavoro convocato da Landini e Bombardieri, con il plateale forfait della Cisl.
E se i due leader sindacali avevano brindato al successo delle manifestazioni, era stato lo stesso ministro Salvini a spegnere i loro entusiasmi, sottolineando: "I sindacati possono decidere che è domenica. Ma è venerdì, non è domenica". E poi ancora: "Arrivano le cifre, scuola per scuola, ufficio postale per ufficio postale. Se le poste hanno aderito al 4%. Se i numeri delle scuole danno le adesioni del 5%, evidentemente c’è gente che ha scioperato ed è liberissima di farlo, ma la stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici oggi ha fatto una scelta diversa", ha ribattuto il leader della Lega: "Io rispetto chi era in piazza, che erano, stando ai loro dati, 500mila persone. Come rispetto anche gli altri 50 milioni di italiani che non hanno aderito", incalza rimarcando sulle proporzioni.
A chiosare l'intero discorso ci ha pensato Giovanni Donzelli. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il deputato di Fratelli d'Italia da una parte bolla come "irresponsabile" soffiare sul fuoco, sottolineando la gravità dell'espressione "rivolta sociale" pronunciata da Landini, e poi commenta: "Più che la svolta autoritaria del governo, come si gridava sempre ieri dalle piazze dello sciopero, vedo la svolta minoritaria del sindacato".
E precisa: "Nella scuola alle 17 di ieri l’adesione allo sciopero non arrivava al 6%. E questo è soltanto un esempio. Se invece di difendere gli interessi veri dei lavoratori ci si butta sulla politica poi i lavoratori ti girano le spalle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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