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"Guerrafondai". Così i collettivi rossi cacciano i pro-Ucraina dal corteo del 25 aprile

Alcuni giovani si sono limitati a esporre manifesti in favore dell'Ucraina e tanto è bastato ai collettivi rossi per cacciarli dai cortei del 25 aprile

"Guerrafondai". Così i collettivi rossi cacciano i pro-Ucraina dal corteo del 25 aprile

Nonostante gli appelli all'unità e nonostante i propositi di pace sbandierati, nei cortei del 25 aprile non sono mancate le occasioni di violenza contro chiunque dimostrasse un'opinione diversa. Bologna, roccaforte rossa per eccellenza nel nostro Paese, è stata testimone di uno di questi episodi quando alcuni giovani di Azione, che come denunciano i giovani di Fratelli d'Italia erano entrati nel corteo con due semplici cartelli, sono stati sbattuti fuori dai collettivi studenteschi. La loro colpa? Avere due cartelli in favore dell'Ucraina: "Peace = Free / Ukraine" e "Partigiani ieri (con la bandiera italiana) e Partigiani oggi (con la bandiera ucraina)".

Una manifestazione di pensiero del tutto pacifica da parte dei giovani, che non è evidentemente piaciuta ai manifestanti rossi, come testimonia il video ma come rivendicano loro stessi attraverso il profilo Instagram, "Cambiare rotta", uno dei tanti collettivi comunisti giovanili che pretendono di avere l'egemonia culturale e di pensiero, annullando chiunque non la pensi come loro. "Oggi dei guerrafondai sono venuti a provocare alla festa del 25 aprile al Pratello, hanno trovato una pronta risposta che li ha cortesemente allontanati. In questa giornata di lotta partigiana contro la guerra, la NATO e l'invio di armi nessun interventismo può passare", scrivono nel loro messaggio, evidentemente dimenticandosi cosa è stato il movimento dei partigiani e come ha avuto la possibilità di ottenere i risultati noti.

Per il solo fatto di aver esposto dei cartelli in favore dell'Ucraina, i giovani di Azione sono stati etichettati come "provocatori". "Si tratta di europeisti sostenitori delle politiche della centro-sinistra, lo stesso centrosinistra che ha portato avanti le politiche di austerità volute dall'UE per gestire la crisi economica, determinando la miseria delle classi popolari e la crisi di prospettive che vive la nostra generazione", scrivono con toni che ricordano in maniera preoccupante quelli del Secondo dopoguerra. Sono giovani, mediamente hanno 20 anni, e si esprimono come avrebbero fatto i genitori dei loro nonni, dimostrando di essere stati indottrinati a politiche insostenibili, oltre che pericolose. "Non possiamo che trattare questi provocatori alla stessa maniera in cui trattiamo i fascisti, perché - come quest'ultimi- quello che fanno non è altro che difendere i peggiori interessi dell'imperialismo euroatlantico", si legge ancora nel loro comunicato.

Molti i commenti contrari a questo atteggiamento violento contro la libertà di pensiero: "Loro stavano manifestando in maniera pacifica e voi li avete cacciati, vergognatevi. Siete degli squadristi e millantate un antifascismo che non siete capaci di comprendere". E ancora: "Cacciate in più di dieci cinque ragazzi che agitano un cartello e pensate che la città si di vostra proprietà.

Le persone in questione supportano gli invasi in una guerra di liberazione, né più né meno di quello che fecero gli alleati con il CLNAI dopo Cassibile, allontanarle vi classifica come filo dittatoriali, farlo in questo modo vi classifica come squadristi".

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