Quei disabili che trovano lavoro (ma solo per fiction)

Premessa d'obbligo: tra tanti programmi stupidi (la maggior parte, purtroppo) Hotel 6 stelle in onda su Rai3 ogni lunedì in seconda serata rappresenta un esperimento coraggioso. Il messaggio è positivo e condivisibile: sei ragazzi down, con la loro voglia di fare, documentano attraverso il loro tirocinio formativo in un hotel romano, come riescano a inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro.
Fin qui la lodevole fiction spacciata in buona fede per realtà. Peccato che ogni giorni, al contrario, il pianeta handicap venga risucchiato in un buco nero che azzera tutto, a cominciare proprio dalle opportunità lavorative.
Non ci credete? Provate a parlarne con Lorenzo Torto, 26 anni. La lotta per il diritto al lavoro dei disabili è diventata la sua battaglia dopo che è rimasto disoccupato.
Lorenzo si è iscritto alle liste di collocamento obbligatorio e si è reso conto che nella sua provincia, Chieti, non esistevano posti per un ragazzo in sedia a rotelle. Gli unici impieghi disponibili riguardavano gruisti, saldatori e infermieri, tutti inaccessibili per lui.
Lorenzo non ha buone gambe, ma non gli manca una «lingua biforcuta», come non smette di ripetere, e ha deciso di non arrendersi e di farsi sentire in tutte le sedi istituzionali per dare voce a «quelle persone che soffrono e che si trovano a pesare sulle loro famiglie anche se tutto quello che chiedono è un lavoro per rendersi indipendenti».
In Italia è riuscito a farsi ascoltare anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ha trovato un lavoro per sè nel settore ospedaliero, ma non si è fermato. «Non lo faccio per me, ma per tutte le persone nella mia condizione - dichiara all'Ansa. Non è possibile che lo Stato aggiunga la sofferenza della disoccupazione ai tanti mali delle persone disabili». Così Lorenzo ha portato la sua protesta a Bruxelles con due petizioni alla Commissione europea.
«Prima di parlare tanto del semestre di presidenza italiana, il governo dovrebbe meritarsi di far parte dell'Unione Europea applicando finalmente le norme comunitarie per il diritto al lavoro dei più deboli. Ma non si vergogna - conclude Lorenzo - di essere il primo Stato membro per violazioni dei diritti dei propri cittadini riscontrate dalla Corte di Strasburgo? Ha già dovuto pagare più di 71 milioni di euro di indennizzi».
Del resto gli ultimi dati sono desolanti: l'84% dei portatori di handicap in età lavorativa non ha un impiego e i disoccupati iscritti alle liste di collocamento obbligatorio sono 750 mila, secondo dati 2013 del ministero del Welfare.

Questa situazione ha portato la Commissione a valutare se aprire una nuova procedura di infrazione contro l'Italia, che ha già subito nel luglio scorso una bocciatura sul diritto al lavoro dei disabili. Amaro esame di coscienza in un paese dove, anche tra i «non» disabili, la disoccupazione è endemica. Purtroppo non per fiction, ma per davvero.

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