Ramy, lo Stato assisterà i carabinieri indagati

Difesa garantita agli agenti coinvolti nel caso di Milano. E Piantedosi annuncia anche rinforzi su tutto il territorio

 Ramy, lo Stato assisterà i carabinieri indagati
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I carabinieri coinvolti nella vicenda di Ramy saranno assistiti legalmente dallo Stato. Il ministro Matteo Piantedosi, intervenendo al Forum in masseria di Manduria, porta una novità significativa sul tavolo dell’attualità. «La norma - ha spiegato il titolare del Viminale - è già in vigore e ha riguardato una prima applicazione per i due poliziotti che hanno assicurato alla giustizia la persona che aveva ucciso il carabiniere a Francavilla Fontana ». Proprio in Puglia, dove il ministro garantisce la copertura legale alle forze dell’ordine. Non servirà quindi un decreto Sicurezza bis, almeno non per questa misura. Per l’assistenza, è sufficiente il primo decreto. Lo stesso testo che prevede pure di dotare gli agenti in servizio delle bodycam. Siamo alla «fase di sperimentazione» ma «progressivamente» le norme «verranno applicate in maniera conforme». I numeri delle persone impiegate per garantire la pubblica sicurezza sono destinati a salire. «Assicureremo - fa presente il ministro dal palco del secondo panel pomeridiano - più forze dell’ordine ovunque». Il governo, rivendica, ha già «assunto » più di «30mila» unità di personale. Ma non è finita. «Quest’anno - ricorda a margine - ne immetteremo 14mila e nel prossimo biennio 22mila». La sicurezza resta al primo posto tra le priorità dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Sotto il cielo cocente del transatlantico estivo di Bruno Vespa, il capo di dicastero offre una panoramica delle prossime mosse del governo su sicurezza e immigrazione. «La telenovela dell’Albania», quella che

prevede un continuo rimbalzo con la magistratura, «finirà presto». Piantedosi non nasconde il suo pensiero su quanto messo in campo dagli organi giudiziari sul «piano »: «A volte stiamo registrando delle decisioni giudiziarie che sono legittime, ma altrettanto legittimamente da parte mia, non condivisibili ». Per ora si va avanti «soltanto con una parte» delle attività ritenute possibili «in quel centro». La speranza è anche riposta in un «giudizio favorevole» da parte della Corte di Giustizia Ue. Piantedosi chiude il capitolo immigrazione segnalando come sia in programma un viaggio in Libia: l’esponente del governo italiano ci andrà la prossima settimana insieme al commissario europeo Brunner. Lo scopo è capire «quali possano essere gli elementi di collaborazione».

A Manduria questa settimana è spesso richiamata l’intelligenza artificiale. Il ministro dell’Interno ricorda come «la componente umana » debba restare «preminente». Sulle nuove tecnologie, il passaggio più deciso è quello sulla Russia e sugli «attacchi ostili sulla cyber». «Gran parte - annota - credo provengano da soggetti russi» ed è chiaro che «ci può dare fastidio», osserva l’ospite della kermesse pugliese. «Da tempo - prosegue il capo di dicastero - la Russia ha adottato una politica di una propensione a veri e propri atti di guerra ibrida». Anche perché il fenomeno è in espansione: «Basti pensare che noi abbiamo registrato che nel complessivo sistema l’80% degli attacchi » cyber sia ai sistemi istituzionali sia a quelli imprenditoriali «sono deliberati». E sono anche messi in atto per il furto di dati e per «compiere reati come l’estorsione». Mosca è da «tenere sotto controllo» anche in relazione alla Libia.

Il titolare del Viminale affronta poi la questione dei dati biometrici per gli ultras delle curve: il progetto viene rilanciato. E da sinistra parte la lamentazione corale. L’utilizzo dei dati biometrici, per Avs, è da «stato di polizia». Il ministro specifica di essere in contatto con il Garante della privacy per questo provvedimento.

Del resto «gli stadi di calcio» nel corso degli anni «si sono trasformati in luoghi di spaccio e di concentrazione di criminalità ». L’intervento, insomma, è diventato necessario. E i fatti di cronaca sembrano corroborare la teoria del ministro. Il fine sarà sempre quello della «prevenzione».

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