Interni

Renzi silura il Pd: "Ormai è la sesta stella di Conte e Grillo"

Il leader di Italia Viva tira una bordata al Partito democratico: "Insegue il Movimento". E avverte Schlein: "Prenderemo i voti dei dem delusi, di chi non può accettare la deriva a sinistra"

Renzi silura il Pd: "Ormai è la sesta stella di Conte e Grillo"

Ascolta ora: "Renzi silura il Pd: "Ormai è la sesta stella di Conte e Grillo""

Renzi silura il Pd: "Ormai è la sesta stella di Conte e Grillo"

00:00 / 00:00
100 %

Una bordata vera e propria indirizzata a chi avrebbe dovuto rinnovare il partito ma che invece lo sta portando verso lo schianto. È quella lanciata da Matteo Renzi verso il Pd, che da mesi ha deciso di intraprendere una strada che non solo sta comportando uno sbilanciamento totale a sinistra ma che di fatto sta assumendo la fisionomia di una costola del Movimento 5 Stelle. Il Partito democratico ha poche idee e molto confuse, non riesce a dettare l'agenda e dunque se la fa imporre dai grillini. Da qui la stoccata dell'ex presidente del Consiglio, che senza giri di parole ha preso di mira la galassia dem.

La stoccata al Pd

Renzi, intervistato ai microfoni di Agorà Estate su Rai 3, ha citato l'esempio plastico della postura del Pd sul tema del Jobs Act. Un vero e proprio paradosso: c'è chi promuove un referendum contro una misura che venne appoggiata dallo stesso Partito democratico pochi anni fa. Una giravolta politica che certifica l'assenza totale di una linea politica chiara, netta e coerente. "Il Pd è diventato grillino. Il Pd è diventato la sesta stella di Conte e Beppe Grillo. Il Pd ormai insegue i 5S", ha affermato il leader di Italia Viva. A cui certamente non è sfuggita la piroetta di diversi esponenti dem.

Dal suo canto l'ex presidente del Consiglio ha rivendicato il Jobs Act, ponendo l'attenzione sul fatto che "ha creato più di un milione di posti di lavoro". In sostanza ha respinto l'accusa secondo cui il provvedimento avrebbe spianato la strada al precariato. L'asse tra Pd, Movimento 5 Stelle e la Cgil di Maurizio Landini è sempre più solido. Nei giorni scorsi Renzi ha lanciato una sorta di sfida, invitando al dibattito Elly Schlein o chi vorrà prendere il suo posto se lei non si sentisse in grado. Ma l'imbarazzo del Nazareno e la schizofrenia sono evidenti: sarebbe un autoreferendum, visto che si tratta di una legge voluta da un ministro del Pd, presentata nei circoli dem e difesa dagli amministratori del Partito democratico.

L'avvertimento a Schlein

Nel corso del suo intervento Renzi non ha rinunciato a un'ulteriore frecciatina a Schlein. Ha lanciato un avvertimento netto, a tutti gli effetti, in vista delle elezioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024: "Noi prendiamo i voti da quelli che alle politiche hanno votato Terzo Polo, da un pezzo del Pd che non può accettare la deriva a sinistra di Schlein".

La dichiarazione si poggia su una convinzione: all'interno del Pd c'è molto malcontento per il nuovo corso che sta creando malumori specialmente tra i riformisti e i cattolici, che nei prossimi mesi potrebbero voltare le spalle al Partito democratico e abbracciare il progetto lanciato dall'ex presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi infatti Renzi ha annunciato che scenderà in campo per le elezioni europee, candidandosi con il brand del Centro per la circoscrizione del nord-ovest. Magari proverà a tentare i delusi, facendo leva sulle lacune del Partito democratico nel tentativo di catalizzare i voti di una parte dell'elettorato dem.

Un segnale inequivocabile per Schlein.

Commenti