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"Repubblica" arruola Formigoni. Da mascalzone a guru anti Cav

Il quotidiano dopo avere linciato per anni l'ex governatore della Lombardia oggi lo accredita perché è in urto con Berlusconi. Un copione già visto con Fini

"Repubblica" arruola Formigoni. Da mascalzone a guru anti Cav

RomaMemoria corta, variabile, strumentale. E l'applicazione del consueto principio che contro Berlusconi ogni «capriola» (giornalistica) vale.
Nel giorno in cui il Corriere della Sera, dopo una lunga assenza, pubblica un lungo botta e risposta tra Aldo Cazzullo e Gianfranco Fini, su Repubblica compare un'intervista a Roberto Formigoni. Posizionata nel taglio basso della pagina - non a caso sotto Enrico Letta che proietta il proprio governo almeno fino al 2015 - il dialogo con il Celeste invia un segnale e un messaggio preciso: «Se arriverà la decadenza di Berlusconi non faremo gesti contro il governo». E se dovesse prevalere la linea dei «lealisti»? «Noi le nostre scelte le abbiamo fatte il 2 ottobre. Nei prossimi giorni presenteremo un documento che è la nostra piattaforma politica».
È un film già visto quello che viene proiettato sulle pagine del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Una sorta di mini-replay, uno schema classico, una pillola del trattamento standard riservato dalla stampa vicina al centrosinistra al «momentaneamente utile» esponente del centrodestra, con la scelta del «politico-taxi» a cui concedere un passaggio per un tratto per poi scaricarlo, senza neppure curarsi di frenare un po'. Come il grande caso di seduzione e di abbandono capitato a Gianfranco Fini ben dimostra.
Da vecchio animale della politica forse se ne sarà reso conto lo stesso Formigoni che si sarà chiesto se il grafico impazzito della considerazione di Repubblica nei suoi confronti non abbia un andamento un po' curioso e sospetto.
D'altra parte la casistica del duello Formigoni-Repubblica è sterminata e decisamente scoppiettante. Basta scorrere agenzie, tweet e dichiarazioni dell'ex governatore lombardo per dipingere il quadro di un rapporto non proprio idilliaco. «Repubblica, discarica di menzogne, ripete x l'ennesima volta storielle già dimostrate false!». «Siete il mattinale delle opposizioni». «Quando la deformazione si fa sistema». «Repubblica-Pravda, vinceremo la Lombardia, vinceremo il Senato, i miei amici saranno eletti. E Pravda si mangerà le mani». «Repubblica contro di me? Chissà se c'entra un po' il fatto che De Benedetti abbia potenti interessi sanitari in Lombardia». «Repubblica, tu che sei la voce della trasparenza, perché non hai detto nulla sugli scandali Pd a Piacenza?». Un crescendo di carezze in risposta a una vera e propria raffica di articoli relativi alle sue vicende giudiziarie, sfociate in querele e pubblici scontri, come il battibecco tra Formigoni e Piero Colaprico. «Siete la Pravda», dice il Celeste. «La chiami Repubblica», la risposta del giornalista.
Un rapporto che talvolta ha regalato qualche soddisfazione all'ex governatore: «Sei degli otto migliori ospedali italiani sono lombardi, parola di Repubblica. Vera eccellenza». Ma che è anche sfociato nel surreale quando repubblica.it pubblicò una foto che documentava una terribile caduta di stile del Celeste e lo inchiodava al reato di «utilizzo del calzino bianco». Un affondo difficile da digerire per, chi come lui, non nasconde il proprio narcisismo.

E rivendica la cura di ogni dettaglio nella quotidiana costruzione del suo look «dandy-pop».

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