il ricordo 2 Addio Mennitti, ideologo onesto che rinunciò anche al vitalizio

di Non sapevi mai come chiamarlo. Onorevole ti sembrava troppo poco. Mimmo forse un po' troppo confidenziale. Domenico Mennitti è una razza in estinzione, per il coraggio, per l'onestà, per la coerenza, perché sapeva dire no e quei no li ha pagati tutti. Non sempre la destra è stata come lui. È adesso che è morto, a 75 anni, sarà ancora più chiaro. Mennitti non rinnegava, se ne andava, per costruire altro. Non era uno facile. Non puoi esserlo se la tua idea politica è costruire il futuro. Il futuro non accetta compromessi. È una scelta. Non è mai una poltrona. È un ruolo. Ti trovi ad avere la responsabilità di un progetto e stai lì fino a quando il tuo lavoro è utile. È quello che Mennitti ha fatto per tutta la vita. Cose semplici. Nel 1994 è il coordinatore di Forza Italia. È il ritorno alla politica. Perché sta lì? Chi lo conosce sa che è un ex missino atipico. Non è solo patria e famiglia. È un libertario. Lo era anche nel partito di Almirante. Si batte contro Fini per un Msi diverso. Non arroccato. Non nostalgico. Non banale. Verrà sconfitto e capisce che quello non è più il suo partito. Se ne va. E fa qualcosa che neppure i grillini hanno il coraggio di fare. Si dimette da parlamentare. Subito. E rinuncia al vitalizio. Gli bastava aspettare due mesi per ottenerlo. Quando Forza Italia non ha più bisogno di lui fonda Ideazione. Ideazione ha anticipato il futuro. Andate a rileggerla.

Trovate numero dopo numero tutto il programma di riforme di Renzi e qualcosa, molto, di più. Quello che ha fatto come sindaco basta chiederlo ai brindisini. È stato con loro fino a quando è riuscito a resistere a questa maledetta malattia. Lo rimpiangono. Come lo rimpiangi tu. Addio Mimmo.

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