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"Saluto di cortesia". L'imbarazzo Pd sull'abbraccio tra Schlein e Conte

La giustificazione dem sulla presenza della Schlein nella piazza grillina: "È passata per un saluto di cortesia". Nel partito continuano le tensioni e c'è chi pensa che la leader sia caduta in una "mezza trappola"

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"Non ha partecipato. È passata a fare un saluto di cortesia, che mi sembra il minimo". L'imbarazzo dem per la presenza di Elly Schlein alla recente manifestazione pentastellata è ben rappresentato da questa affermazione del parlamentare Pd Toni Ricciardi. Fra un po' i democrats diranno che la loro leader era là per caso. Che stava passeggiando tranquillamente per Roma quando si è imbattuta in Giuseppe Conte. Toh, che casualità. Ironie a parte, i contenuti e i toni della piazza grillina hanno sollevato un'animata discussione interna al Pd sull'opportunità di quel "saluto", facendo sorgere la necessità di effettuare precisazioni e distinguo rispetto alla circostanza.

"Su quel palco sono state dette tante cose, come il folklore. Io non commento il folklore, come le parole di Grillo", ha infatti precisato stamani il dem Toni Ricciardi, intervenendo ad Agorà proprio sulle controverse parole pronunciate sabato scorso dal comico genovese. Così, il deputato Pd ha spiegato come la Schlein avesse soltato portato il proprio "saluto di cortesia", sottolineato da un abbraccio con Giuseppe Conte e da una stretta di mano a favore di telecamere. Le istantanee di quell'incontro tra i due leader, tuttavia, sono state interpretate da molti come un segnale di vicinanza politica: non servono particolari studi di prossemica per decodificare il linguaggio di certi gesti. Peraltro, non ci risultano successive dichiarazioni del segretario Pd per prendere le distanze dalle argomentazioni più divisive della manifestazione grillina.

Diversi dem ritengono in tal senso che quella presenza - se pur fugace - non abbia fatto bene all'immagine del partito. Secondo Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Pd, Schlein sarebbe addirittura caduta in una "mezza trappola". La leader dem - ha spiegato l'esponente Pd - "ha tentato, portando un saluto, di dare un segnale distensivo. Ma dopo il suo passaggio, in quella piazza convocata contro la precarietà, è successo di tutto. Dal loro palco, Moni Ovadia ha detto cose sulla guerra e sulla Nato inaccettabili. Beppe Grillo ne ha dette altre che lasciano sbigottiti. Così guastano il nostro lavoro unitario". Secondo Ricci, inoltre, "i discorsi fatti da quel palco fanno pensare che quel lavoro di avvicinamento qualcuno abbia voluto sabotarlo". Quest'ultima tesi, in realtà, non ci convince troppo: certi argomenti e certi toni urlati non sono infatti una novità nelle piazze pentastellate.

Così, mentre le polemiche su quella manifestazioni continuano a far discutere, i dem si sono ritrovati ancora una volta a dover fare i conti con le loro divergenze interne. Così come era accaduto, solo pochi giorni fa, anche sull'abolizione dell'abuso d'ufficio. A testimoniare la burrascosa situazione del partito è stata una battuta ironica del sindaco di Roma, ed esponente Pd, Roberto Gualtieri. "Oggi si presenta in anteprima mondiale questo nuovo capitolo di 'Mission Impossible', girato molto a Roma. Sarà una bella vetrina mondiale per la città. Effettivamente dovremo chiedere di fare un nuovo 'Mission Impossible' sul cercare di essere uniti.

Credo sia la cosa più importante", ha commentato il sindaco ad Agorà.

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