Sangiuliano: "Il caso Boccia? Mai pagato neanche un caffè coi soldi del ministero"

Il ministro della Cultura scrive una lettera a La Stampa: "Nessun euro del ministero è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia"

Sangiuliano: "Il caso Boccia? Mai pagato neanche un caffè coi soldi del ministero"
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Da sinistra le opposizioni attaccano. A destra, al contrario, arriva la difesa della presidente del consiglio, Giorgia Meloni. E intanto il caso della “consulente” mancata del ministro della Cultura, Maria Rosaria Boccia, diventa l’ennesimo pretesto per infuocare il dibattito politico. Il titolare del dicastero, dal canto suo, prova a ribadire la sua estraneità. Incalzato dai giornali, Sangiuliano prende carta e penna e scrive una lettera chiarificatrice a La Stampa.

“Caro direttore, colgo l'occasione della foto della riunione al ministero del 15 agosto nella quale la dottoressa Maria Rosaria Boccia viene confusa con una direttrice generale del ministero, per fare chiarezza”, esordisce il ministro dell’esecutivo Meloni, Gennaro Sangiuliano. Il caso mediatico, infatti, è iniziato a seguito della pubblicazione su Instagram di una foto tra l'influencer e il ministro della Cultura, nella quale la donna dichiarava di essere stata nominata “Consigliere per i Grandi Eventi”, con la successiva smentita del dicastero. Poi, a stretto giro, arriva una precisazione tanto banale quanto importante: “Rispetto ad una innegabile tempesta mediatica che mi ha investito negli ultimi giorni – spiega Sangiuliano - e all'interno della quale si fa fatica a distinguere autentiche fake news dai fatti reali che pure vanno ricondotti in una giusta dimensione, ritengo opportuno fornire la mia versione soprattutto sugli elementi di rilevanza pubblica”.

Da qui inizia la versione del ministro. "Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio durante la campagna per le elezioni europee (e non nella campagna elettorale del 2022, alla quale non ho partecipato essendo all'epoca direttore del TG2), riscontrandone un'identità di vedute”, spiega il ministro. E aggiunge: “In seguito ho maturato l'intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l'incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi". Un incarico che, come tiene a ribadire il ministro, è stato sempre prospettato a titolo gratuito. Un particolare che, se confermato, andrebbe a smontare in piccoli pezzi le accuse che arrivano dai banchi dell’opposizione e non solo. “Dopo la prima fase istruttoria, accogliendo alcune perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale di situazioni di conflitto di interesse, ho deciso di non dare corso alla nomina e l'ho comunicato formalmente”, ribadisce Sangiuliano.

Da qui la precisazione: “In questo tempo la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi. Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia”. Insomma, il caso è chiuso? Nient’affatto: rimane da capire il ruolo della Boccia in merito alla tappa di Pompei del G7 della Cultura. Negli ultimi giorni è stata resa nota un’email risalente al 5 giugno che riguardava informazioni specifiche sul G7 di Napoli. Tra i destinatari della lettera, oltre allo stesso ministro della Cultura, risulta anche Maria Rosaria Boccia. “Anche rispetto all'organizzazione del G7 Cultura - rilancia il ministro - trovo necessarie alcune puntualizzazioni”.

E conclude: “Il G7 Cultura si terrà a Napoli, a Palazzo Reale.In una prima fase si era effettivamente pensato di tenere l'evento internazionale nell'incantevole Positano, ma già nei primi mesi dell'anno, come dimostrano i carteggi del ministero, anteriormente alla mia conoscenza con la dottoressa Boccia, si è deciso di spostarlo a Napoli per ragioni logistico- organizzative e di contenimento della spesa. Pompei è stata coinvolta, sin dall'inizio, soltanto per l'organizzazione di un evento culturale: un concerto di musica classica con annessa visita agli Scavi”.

Sul ruolo della presunta consulente in questi incontri, il ministro è tranchant: “Le occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere

istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7. Mai si è discusso di questioni di sicurezza, che tra l'altro non attengono al ministero della cultura, ma alle istituzioni preposte, prefettura e questura”.

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