Santo, eroe e rockstar Habemus Superpapam

A due passi dal Vaticano un murale ritrae Francesco nei panni di Nembo Kid. Sacrilegio? Macché...

Santo, eroe e rockstar Habemus Superpapam

Habemus Superpapam. Il pugno destro chiuso puntato verso il cielo, la borsa nera da travet stretta nella sinistra con su scritto «valores», il mantello bianco che svolazza, la papalina e il crocefisso al vento. Proprio come Clark Kent quando si mostra al mondo come Superman. È un graffito con effetto tridimensionale su un muro color ocra a pochi passi dal Vaticano. L'autore è anonimo, ma a rilanciarlo urbi et orbi su twitter è VaticanCommunication, account certificato della Santa Sede, o per essere ancora più precisi del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali. È il verbo ufficiale della Chiesa, qualcosa che incarna l'idea dello Spirito Santo. Andate e predicate. È la parola di Dio.

I muri di Roma parlano, da sempre. I muri sono la voce di Pasquino. Sono il dialogo tra il popolo disincantato e strafottente e la città santa ed eterna. I muri parlano, raccontano, giudicano, commentano, si lamentano, sfottono e qualche volta santificano, benedicono e riconoscono. I muri sono la bocca della verità o una speranza, un desiderio, un'illusione. Solo che questa volta dal potere secolare di Pietro non è arrivata la censura, il bianchetto, la scomunica, la messa all'indice. Il potere del clero si riconosce. Adotta. Ci stampa l'anello piscatorio. Diffonde. Ritwitta. Ebbene sì, Superman c'est moi. Idolatria? Sacrilegio? Superomismo? Dissacrazione? Ma no, è solo il riconoscimento popolare di un Pontefice umano troppo umano.

Come tutti i supereroi ha una doppia identità. Nella vita quotidiana è il dolce e mite Jorge Mario Bergoglio, intercalare argentino alla Cambiasso, il sorriso da figlio di emigranti piemontesi, quel modo unico di sussurrare al mondo «buonasera», la passione da tifoso per la maglia azulgrana del San Lorenzo. Poi c'è l'altro, quello con gli ultrapoteri, Franciscus primo del suo nome, l'eroe sacro e pop, santificato sugli altari di Time e Rolling Stone, l'icona social con più seguaci al mondo. Insomma, il SuperPapa. E in questa stagione straordinaria c'è anche il suo alter ego. L'altro Papa, quello che ha rinunciato ai superpoteri per vivere la sua umanità. Non scandalizzatevi. Non c'è nulla di blasfemo. Cosa fanno in fondo questi eroi di carta e celluloide a cui Dio ha donato qualche talento speciale? Difendono l'umanità. Si battono per i valori fondamentali dell'uomo. Stanno dalla parte dei deboli, dei diseredati, di chi ha bisogno. Non tutti, certo. Ma come sapete c'è il libero arbitrio. Dio dà, l'uomo sceglie. E questo vale anche per i superuomini. Ci sarà sempre un Lex Luthor, un Joker, un Dottor Octopus, un Dottor Destino, Magneto o un Teschio Rosso a giocare per il nulla, per il potere assoluto, per il lato oscuro della forza. La teologia li chiama angeli caduti. La fede li chiama diavoli. La letteratura demoni. La filosofia nichilisti. Per la cultura pop sono l'altra faccia dei supereroi. Luthor per esempio incarna la maschera della finanza occulta. Octopus e Destino sono scienziati che vanno oltre i limiti dell'umano. Magneto è un mutante con il cuore consumato dalla vendetta, un diverso che fa del terrorismo un'ideologia. Galactus un avatar totalitario che mangia mondi e materia. Joker un sadico, buffone ed eccentrico, probabilmente rifiutato da qualche talent show e gioca per cancellare il futuro e far impazzire gli umani in uno squallido eterno presente. È quello che dice chiaramente in faccia a Batman: «Tutto ciò che serve è una brutta giornata per ridurre l'uomo più sano di mente alla follia. Ecco tutto ciò che mi separa dal resto del mondo. Solo una brutta giornata. Tu hai avuto una brutta giornata, una volta. Ho ragione? So che è così. Voglio dire. Hai avuto una brutta giornata e tutto è cambiato. Perché altrimenti ti vesti come un topo volante?». Pensate se queste giornate andate a male non finissero più. Se non c'è la speranza o un'illusione di felicità. Certo che impazzisci, anzi stai già impazzendo e non hai neppure i soldi per andare dallo strizzacervelli. Preghi, ti consoli e in genere è gratis.
Non è che il Cristianesimo ora si specchia nella morale dei comics. Non bestemmiamo. Ci sono il mistero e la fede del Dio incarnato e risorto che segnano il confine. Non è neppure il caso di riesumare l'anima un po' fricchettona di Jesus Christ Superstar. È più una questione di etica. Il guaio degli umani è che è cresciuto il loro potere «tecnologico», ma la morale resta piccola e fragile. Questa è la sfida.

È la sfida di Papa Francesco. È la grande paura di Bergoglio. E prima di lui (e ancora adesso) di Ratzinger. Tutto questo senza super poteri, quelli lasciamoli agli angeli caduti. C'è solo l'uomo. Qualche volta in cerca di Dio.

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