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Schlein sempre a rimorchio: presenzialista ai cortei degli altri

Oggi in piazza con la Cgil e con il Pride. È la nona manifestazione a cui la segretaria partecipa dalla vittoria delle primarie. Nessuna è stata organizzata dal Pd

Schlein sempre a rimorchio: presenzialista ai cortei degli altri

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E con questa fanno nove. Da quando Elly Schlein è salita nei posti di comando del Nazareno è stata avvista in ben nove cortei svolti in tutta Italia, ma nessuno di questi è stato organizzato dal Partito Democratico. Una segretaria sempre molto presenzialista tra le piazze, però solo a rimorchio. Un atteggiamento che sembrerebbe giustificare il giudizio che Renzi e altri esponenti di Italia Viva avevano espresso la scorsa settimana a proposito di una certa "subalternità" della leader dei dem nei confronti di altre realtà politico-sindacali. Le partecipazioni di oggi della Schlein sia alla manifestazione della Cgil tenuta in piazza del Popolo a Roma, in difesa del sistema sanitario nazionale, sia al Pride di Milano sono solo le ultime di una lunga serie.

Lo scorso 4 marzo, appena sei giorni dopo la sua vittoria alle primarie del Pd, Elly Schlein entrò a far parte della piazza di Firenze quando Cgil, Cisl e Uil organizzarono un corteo "a difesa della scuola" dopo il pestaggio degli studenti davanti al liceo classico Michelangelo. Si parlò all'epoca di una manifestazione contro il fascismo, il solito nemico immaginario. Ma, siccome quella volta era parso funzionare, allora perché non replicare? Detto fatto. Il 18 marzo a Milano la segretaria nazionale del Partito Democratico si presenta così alla manifestazione organizzata da Arcigay, Famiglie arcobaleno e Sentinelli contro la decisione del ministero dell'Interno di fermare le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali da parte del sindaco del capololuogo lombardo, Giuseppe Sala. Ed ecco che così le primissime priorità a cui l'ex parlamentare europea ha voluto strettamente legarsi in occasioni pubbliche sono stati l'antifascismo e le famiglie arcobaleno. E poco importa se questa "copertura" nelle piazze e questo appoggio alla comunità Lgbt non sia stato tradotto in iniziative parlamentari: ormai è più importante la comunicazione del contenuto.

Ed ecco allora che il 3 aprile successivo arriva il giorno dell'udienza a Roma dei quattro agenti della National Security egiziana accusati del sequestro, le torture e l'omicidio di Giulio Regeni: sit-in davanti al Tribunale. Schlein risponde presente all'appello: giustissimo così. Naturalmente, con l'avanzare della primavera, non possono inderogabilmente mancare gli appuntamenti fissi che la sinistra ha voluto sempre monopolizzare per sè: per il 25 aprile sceglie nuovamente Milano, mentre per 1° maggio vola a Portella della Ginestra alla manifestazione organizzata dalla Cgil. Il 10 giugno c'è il Pride a Roma: è un’occasione troppo ghiotta per non esserci. Ottimo: il massimo risultato di notorietà (almeno tra i suoi fan) arriva sempre col minimo sforzo. Una settimana dopo, il 17 giugno, Conte scende in piazza nella Capitale per manifestare contro il decreto Lavoro. Qua Schlein è un po' indecisa, ma alla fine si presenta (senza comunicarlo a nessuno del Pd) e abbraccia anche Giuseppi. Questa volta, però, la strategia presenzialista non paga proprio per niente. La manifestazione grillina viene travolta da un fiume in piena di critiche sia per le parole di Moni Ovadia contro la Nato sia (soprattutto) per quelle di Beppe Grillo sulle "brigate di cittadinanza" e sul "passamontagna".

Inevitabilmente, anche il Partito Democratico ne subisce le conseguenze. Le tensioni esplodono nella direzione di lunedì 19. Guerini, Bonaccini e Orfini non apprezzano per niente che non ci sia stato perlomeno una dissociazione da quei deliri sul palco di largo Corrado. Non accettano nemmeno che comunichi poco con l'Assemblea piddina e lo dicono senza troppi giri di parole. "La prima che deve dare una mano a se stessa e al Pd è la segretaria - sostiene Orfini - con una gestione più collegiale e dando più impulso all'iniziativa del partito". Come a dire: puoi pure andare in piazza, anche quelle che non organizziamo direttamente tu, ma magari però avvertici. Lei risponde alle critiche presentando un programma di riscatto in 7 punti: dal Pnrr all'autonomia differenziata contro il progetto di Calderoli, dalla questione della sanità pubblica al clima, dal lavoro alla casa, fino alle politiche industriali. E per non perdere l'allenamento lancia un'"estate militante" da passare in piazza. Se il primo ritrovo estivo è stato un caffè con Conte e Fratoianni in vista della Regionali in Molise, oggi è stata - per l'appunto - la volta della manifestazione in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro. E poi subito via in treno verso la sfilata arcobaleno a Milano. In attesa di un prossimo appuntamento politico contro il governo Meloni, rigorosamente NON organizzato dai dem.

Come al solito, del resto.

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