"La Schlein? È una 'amichettista' che parla agli Erasmus"

Lo scrittore Fulvio Abbate spiega cosa sia l'amichettismo, ossia quell'indole di una certa sinistra radical chic di negare il pensiero individuale in nome di un patto di sangue da parte dei vari sodali

"La Schlein? È una 'amichettista' che parla agli Erasmus"
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“L'amichettismo è la negazione di un pensiero individuale, ossia il doversi riconoscere, in nome di una complicità superiore all'interno di un gruppo definito che ha degli scopi di ambizione". A spiegarlo è lo scrittore Fulvio Abbate, che si trova nelle librerie col suo ultimo libro Lo Stemma (La nave di Teseo) e che nelle scorse settimane ha messo a disposizione gratuitamente sui suoi social un trattato sull'amichettismo.

Come e quando ha inventato il termine amichettismo?

“Sì, il conio dell'amichettismo appartiene a me e nessuno può rivendicarlo perché l'ho usato la prima volta 2-3 anni fa in occasione di una vicenda che investiva il chitarrista Roberto Angelini della trasmissione di Zoro che aveva assunto in nero una rider e quando questa ragazza è stata fermata dalla guardia di finanza durante il lockdown, invece di scusarsi l'ha definita una pazza incattivita. E, tutto un coro di un certo cotè spettacolare letterario romano, invece di difendere questa ragazza di cui non conosciamo il nome, ha confortato con cuoricini ed emoticon, In quel momento io scrivo un articolo su Huffington dove conio l'espressione amichettismo”.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha qualcosa a che fare con l’amichettismo?

"Elly Schlein è assolutamente significativa dell'amichettismo sia per il linguaggio che utilizza che è un linguaggio perché è come se non parlasse all'elettorato storico della sinistra, ossia alle fasce più deboli della società, ma è come se si rivolgesse agli Erasmus e agli iscritti della scuola Holden di Baricco. La percezione che si ha della Schlein è come se fosse un personaggio di un film di Nanni Moretti. E sarebbe meglio che Nanni Moretti la mettesse nel suo prossimo film che non immaginarla alla guida di una forza politica, che fra mille difficoltà dovrebbe comunque avere un'impronta di sinistra".

In sintesi, l’amichettismo può definirsi lo spalleggiarsi a vicenda e in modo anche un po' ipocrita dei radical chic di sinistra?

“Innanzitutto, la massima espressione, diciamo della gauche caviar di sinistra sono io che ho scritto anche un pamphet con Bobo Craxi. Io, però, ritengo di sapermi relazionare con chi è altro da me, mentre nella dimensione amichettistica che puoi assimilare alla Schlein o alla Murgia è come se esistesse unicamente quel loro mondo, come se fosse un commento inespugnabile. E nell'amichettismo ci sta anche un progetto di potere che riguarda l'ambito letterario, editoriale e radiofonico tant'è vero che a me viene subito in mente Radio 3 e il salone del libro di Torino".

Anche la solidarietà espressa da alcuni intellettuali di sinistra nei confronti di Roberto Saviano che è finito sotto processo dopo la querela di Matteo Salvini?

"Uno può essere solidale con Saviano. Il problema sono le forme perché se la solidarietà si esprime, come spesso accade nel contesto amichettistico, con le emoticon siamo in presenza di una dimensione tardo adolescenziale. Ma, fondamentalmente, ripeto, l'amichettismo nega l'individualità perché ha paura dell'individualità perché il gruppo ha la pretesa spesso di possedere un pensiero unico intoccabile in nome di un patto di comune appartenenza, molto spesso non disinteressata”.

Massimo D’Alema è fuori dalla cerchia dell’amichettismo?

"No, D'Alema è un politico puro che adesso si occupa d'altro, è un uomo d’affari. Dal punto di vista culturale questo atteggiamento amichettistico è più assimilabile a quello che Veltroni ha rappresentato nel contesto politico e culturale romano. D’Alema, invece, non ha mai pensato di scrivere un poliziesco o di fare un film per avere l'applauso di tutti. Penso a quando Enrico Lucci delle Iene va a intervistare il pubblico di persone famose e di potere che va alle prime dei film di Veltroni. Tutti dicono che è un capolavoro".

Quali altri intellettuali o radical chic di sinistra rientrano nell'amichettismo?

"Anche

Moretti rientra pienamente nell'amichettismo anche perché diciamo pretende una sorta di patto di complicità e di sangue assoluto da parte degli altri. E, infine, anche Fabio Fazio, ovviamente è l'emblema dell'amichettismo".

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