"Se vince il No, la Repubblica rimarrà sottomessa ai pm". L'avviso di Nordio sul referendum

Il ministro della Giustizia interviene al ventesimo congresso dell'Unione delle Camere Penali Italiane a proposito della separazione delle carriere: "Riforma copernicana, non approvarla sarebbe un vulnus per la stessa parte politica che lo ha sostenuto"

"Se vince il No, la Repubblica rimarrà sottomessa ai pm". L'avviso di Nordio sul referendum
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Carlo Nordio ha lo sguardo rivolto già verso il referendum confermativo che si terrà nel 2026 sulla riforma costituzionale della giustizia che riguarda soprattutto la separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti e l'introduzione di un sistema di sorteggio per la composizione dei membri togati e laici dei due CSM. E, proprio in ottica del voto popolare, mette in guardia: "Se dovesse vincere il 'no' e se ci fosse l'alleanza con la magistratura, non sarebbe una vittoria del centrosinistra, ma delle Procure e noi torneremmo ancora a una Repubblica sottomessa o condizionata dai magistrati e questo sarebbe un vulnus per la stessa parte politica che lo ha sostenuto".

Questo ragionamento il ministro della Giustizia lo ha espresso in occasione del ventesimo congresso dell'Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi) tenutosi oggi a Catania. "Questo sarebbe un vulnus per la stessa parte politica che lo ha sostenuto", ha proseguito Nordio, evidenziando il pericolo di una politicizzazione della magistratura che, entrando nel dibattito con un connotato politico anziché tecnico o giuridico, subirebbe una sconfitta non indolore. Il ministro ha quindi auspicato toni bassi e un confronto civile e tecnico, coerente con l'appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Bisogna preservare il significato reale del referendum: quello di una discussione pacata, civile e tecnica su quello che è un argomento giuridico-istituzionale".

Insomma, se approvata, la riforma "sarebbe una rivoluzione copernicana" e viene altresì auspicato che tutti mantengano "la discussione su termini concreti, reali, civili e giuridici illustrando ai cittadini i temi del confronto, senza esagerare né minacciare rivolte". Il Guardasigilli coglie inoltre l'opportunità pubblica per fare alcuni altri annunci. "Entro la fine del prossimo anno, per la prima volta nella storia della Repubblica, con i concorsi in corso colmeremo il vuoto dell'organico della magistratura", dichiara il ministro Nordio. E poi ancora: "Ho il grande rammarico per non essere riuscito a inserire figura dell'avvocato nella Costituzione. Spero sia possibile dopo referendum sulla Giustizia, entro la fine della legislatura".

Infine, un'opinione sulla carcerazione preventiva: "Abbiamo detto subito che una liberazione lineare e incondizionata sarebbe stata un segno di debolezza dello Stato. Oltre che essere contraddittoria, perché esagerare nella custodia cautelare quando vi è ancora la presunzione di innocenza e poi liberare una persona dopo una condanna definitiva senza condizioni sarebbe stato un segno di scarsa affidabilità".

Questo non significa affatto che questo problema "non venga da noi affrontato quotidianamente e non costituisca una priorità - conclude Nordio - ma prima di tutto va affrontato risolvendo la contraddizione dell'esagerazione tra la carcerazione preventiva di un presunto innocente salvo poi chiedere di liberarlo quando è colpevole conclamato".

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