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"È la sesta stella, è incerta e tentenna". Le bordate di Renzi al Pd di Schlein

Il leader di Italia Viva attacca il segretario dem sulla scarsa chiarezza e sulla melina in vista delle Europee: "Dica qualcosa, se vuole candidarsi ci metta la faccia"

"È la sesta stella, è incerta e tentenna". Le bordate di Renzi al Pd di Schlein
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Scendere in campo e candidarsi per giocarsi tutto o ritirarsi dalla corsa e non prendere parte alla tornata elettorale da protagonista? È questo il dubbio che attanaglia Elly Schlein, alle prese con le profonde riflessioni del caso per un'eventuale sua candidatura in occasione delle elezioni europee che si terranno a giugno. Sono diverse le ragioni del sì e del no, ma al momento l'unica certezza è rappresentata dal fatto che il segretario del Pd non ha ancora preso una decisione. Uno stallo su cui si è espresso Matteo Renzi senza ricorrere a mezzi termini, lanciando bordate per una situazione di indecisione totale.

Il leader di Italia Viva, intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1, ha messo l'accento sulle spaccature all'interno della galassia dem e non ha risparmiato considerazioni negative sull'atteggiamento adottato da Schlein fino a questo momento. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è detto disponibile a un confronto televisivo: per Renzi si è trattato di un calcio di rigore offerto che però il numero uno del Partito democratico non ha concretizzato. "Se fossi stato in Schlein avrei avuto due risposte: mi candido oppure no. Invece la Schlein è molto incerta, tentenna un po' e nel Pd sta succedendo di tutto", ha dichiarato l'ex sindaco di Firenze.

In effetti da giorni si è scatenato il dibattito tra le correnti dem: da una parte c'è chi ritiene che una candidatura di Schlein potrebbe fare da effetto calamita e dunque catalizzare un numero maggiore di voti; dall'altra si sostiene che sarebbe una mossa inopportuna che andrebbe evitata a tutti i costi. Ed Elly cosa ne pensa? Il punto è proprio questo: non ha ancora deciso. Un fronte su cui Renzi ha voluto mettere in evidenza uno stato dell'arte tutt'altro che semplice nel Partito democratico: "Schlein non stia nel mezzo. Se si vuole candidare, che si candidi e ci metta la faccia. È questo il mio suggerimento: dì qualcosa, nel senso o nell'altro".

Tra le stanze del Nazareno si continuano a studiare le strategie, ma l'intricato nodo prima o poi andrà sbrogliato. Anche perché il pressing interno si fa sempre più forte. Ma al di là della candidatura o meno di Schlein le attenzioni sono rivolte verso lo scenario da incubo: un risultato sotto il 20% farebbe scattare il processo della minoranza interna, con il segretario del Pd che potrebbe finire sul banco degli imputati e costretto al passo indietro. L'ennesimo terremoto dopo mesi e mesi di scarsa chiarezza, difficoltà comunicativa e sonore bocciature alle urne.

Renzi si è inoltre espresso sulle elezioni in Sardegna che dal suo punto di vista rappresentano la plastica dimostrazione del nuovo percorso intrapreso dal Partito democratico: "Appoggia una grillina, la Todde che dice tutto il contrario di quello che ha sempre detto il Pd di Veltroni, e chi c'era tra i fondatori del Pd? Renato Soru.

Tra uno dei fondatori del Pd e la candidata di Conte, Schlein ha scelto la candidata di Conte. Il Pd ha smesso di essere riformista, è la sesta stella". Una rotta che sembra ormai irreversibile: i dem si appiattiscono sempre di più sui grillini. E Schlein continua a fare melina.

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