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La sinistra in lutto per l'addio di Fazio. Chiude la fabbrica di marchette per i compagni

Le firme di "Repubblica" e "Stampa" sono autori ospiti fissi del programma. Prove di martirio: "La politica ha una strabordante ingordigia"

La sinistra in lutto per l'addio di Fazio. Chiude la fabbrica di marchette per i compagni

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La sinistra in lutto per l'addio di Fazio. Chiude la fabbrica di marchette per ci compagni

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Fabio Fazio non era disperato quando, domenica scorsa, ha salutato i telespettatori della Rai e annunciato il suo trasferimento ad altro canale, il Nove, gruppo Warner Bros Discovery. In fondo, viene accolto a braccia aperte e portafogli spalancato da un colosso in crescita e lascia un enorme buco in viale Mazzini, perché uno share sopra al dieci per cento, nella prima serata di domenica, non sarà certo facile da ottenere. Chetempochefa poteva non piacere a causa dello sbilanciamento a sinistra, ma in termini di risultati, almeno sul terzo canale, c`era poco da dire: faceva il suo dovere pur mancando, e non era una lacuna da poco, del pluralismo doveroso per qualsiasi trasmissione del servizio pubblico.

Tra l`altro, non è vero che Fazio sia stato quasi quarant`anni filati in Rai e ora se ne debba andare a causa del barbaro centrodestra. Nel 2001 si trasferì a La7 e riuscì a farsi pagare per Fab Show, programma mai andato in onda. Incassò, a quanto pare, 28 miliardi (in lire) di buonuscita e tornò in Rai. Fazio quindi trasloca con il sorriso sulle labbra e una stoccata: «La politica tutta si sente legittimata dal risultato elettorale a comportarsi da proprietaria nei confronti della cosa pubblica con pochi riguardi per il bene comune e con una strabordante ingordigia». Se ne accorge solo oggi, dopo aver convissuto per alcuni decenni con la politica, sopportandone, senza fiatare, «la strabordante ingordigia»?

Quelli davvero tristi sono gli altri. Innanzi tutto gli editorialisti di Repubblica e Stampa: Michele Serra e Roberto Saviano, Sebastiano Messina e Flavia Perina. D`altronde Repubblica e Stampa sono gli acquari da cui Fazio pesca per cui una difesa più o meno d`ufficio è obbligatoria.
Disperati invece sono gli ospiti fissi per diritto di partito, i romanzieri della domenica, gli intellettuali più impiegati (nella propaganda) che impegnati, i cantanti col pugno chiuso alzato, i rottami della politica comunista, i perseguitati immaginari, gli editori convinti che leggano solo gli spettatori di Chetempochefa, tutti quelli che, direttamente o indirettamente, godevano del favore di Fazio.

Quelli che... dopo decenni di lottizzazione dove la sinistra mangiava i bocconi migliori, si svegliano e denunciano «l`epurazione» per paura di essere tagliati fuori. Quelli che... dopo aver scambiato la Rai per un bancomat, adesso invocano il sacro rispetto del servizio pubblico. Quelli che... oddio perdo la collaborazione, il gettone, il piacerone. Quelli che... se mi chiami vengo anche a Discovery, ma mi chiami, perché non mi chiami, chiamami ti prego. Quelli che... parlare di denaro è volgare ma ancora più volgare è non averne a sufficienza per iscrivere i figli alla scuola privata, e dunque devo fare l`autore, il suggeritore, il fiancheggiatore. Quelli che... faccio satira cioè penose battute a senso unico. Quelli che... sono analfabeti di andata e ritorno per cui credono che la cultura sia solo di sinistra. Quelli che... Luciana Littizzetto, proprietaria di mezza Torino, è una di noi, una donna del popolo.

Quelli che... hanno messo in piedi un sistema di potere culturale fondato sul reciproco interesse, sulla recensione compiacente, una volta compiace te e un`altra volta compiace me, sulle ospitate inutili al pubblico ma utili all`ospitato, sulla «gentilezza» di non fare mai domande scomode, sulla esclusione di chi non è allineato e quindi è sporco, brutto e cattivo. Invece il mondo delle trasmissioni di Fazio è bello, buono, corretto. Ma alimentato dal conformismo e dal rifiuto del pluralismo.

Il tutto alla modica cifra di circa 1,8 milioni di euro all`anno.

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