La sinistra mette le mani avanti, ha ragione Inzaghi e Putin: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le telefonate tra Trump, lo Zar e Prevost, il decreto sicurezza approvato e l'Inter

La sinistra mette le mani avanti, ha ragione Inzaghi e Putin: quindi, oggi...
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- Il decreto sicurezza renderà più sicure le città italiane? Non so, ho qualche dubbio. Ma non perché sia inutile la norma approvata oggi, tutt’altro: secondo i poliziotti serve e questo basta. Il punto tuttavia è un altro: per ridurre i reati non basta aumentare le pene, o prevedere nuovi reati, bisogna fare in modo che le regole vengano applicate. E cioè che i banditi finiscano in carcere, anche per reati minori, che poi sono quelli che creano maggiore disagio sociale. Senza certezza della pena, tutto rischia di restare lettera morta.

- Che idiozia criticare Simone Inzaghi. Allora. Il tecnico ha fatto tanta gavetta, ha allenato la primavera, si è preso la Lazio, ha vinto trofei che a Roma ci sognavamo da tempo, ha conquistato uno scudetto con l’Inter e l’ha portata per due volte in finale di Champions (mai da favorita del torneo). Ha vinto sei trofei, sei, anche se ha mancato quello più importante come a tanti altri è successo prima di lui. In fondo, dico in fondo, la Champions ogni anno la vince una sola squadra. Avreste voi rifiutato 50 milioni di euro in due anni? Ripeto: avreste forse voi rifiutato una cifra così? Sì, è vero: i calciatori di solito ci vanno a carriera finita, quando non riuscirebbero più a reggere i ritmi dei grandi tornei internazionali europei. Ma per un allenatore è diverso. Dopo due anni all’estero, Simone non avrà alcun problema e trovare un club disposto a metterlo su una grande panchina. E forse ogni tanto alleggerire un po’ il carico fa bene. In fondo Luciano Spalletti se ne era andato allo Zenit, in Russia, e poi è rimasto fermo per un anno prima di riprendere in mano la Roma. Stessa cosa ha fatto tra l’Inter e il Napoli. Insomma: Inzaghi va lì, naviga nell’oro, si riposa un po’ e poi torna. Ormai è un grande allenatore, un po' di petroldollari non cambiano nulla.

- Ieri Marco Travaglio e Corrado Augias hanno discusso sulla democrazia. E per una volta devo essere d’accordo col direttore del Fatto Quotidiano. È evidente che l’Europa costretta al voto per unanimità è un’Europa incapace di decidere. Ma la colpa non è dei sovranisti, dei populisti o dei nazionalisti. Quando sono state scritte le regole di funzionamento dell’Ue, infatti, né Meloni né Orban né gli altri erano a capo dei rispettivi Paesi. E non è colpa loro se l’allargamento ad Est è andato avanti più rapidamente di quanto l’intelligenza politica avrebbe voluto. La verità è che chi ha costruito il pastrocchio di Bruxelles o non voleva privarsi del possibile diritto di veto oppure era convinta che i Paesi sarebbero andati sempre d’amore e d’accordo. In ogni caso, un grave errore di valutazione. Se oggi Orban pone il veto lo fa rispettando le regole che altri, più sciocchi di lui, hanno scritto. Fine della storia.

- E adesso escono gli audio di Andrea Sempio, quelli delle sorelle Cappa, del padre Ermanno, di tizio, Caio e Sempronio. Io vi invito a leggerli tutti, da cima a fondo, gli articoli che parlano di quei brogliacci. Non si capisce nulla. Nulla. Zero. Sono pieni zeppi di supposizioni, mezze frasi, ipotesi, ma tutto questo - che finisce rapidamente in prima pagina sui giornali - poi spesso nel processo penale non conta un fico secco. È sconcertante come i cronisti di oggi, per screditare la procura di ieri, facciano lo stesso errore dei loro colleghi 18 anni fa: costruire il mostro attorno all’unico indagato su cui oggi stanno puntando i pm.

- Leggo sul Fatto Quotidiano che adesso il centrosinistra considera “un successo” se per i referendum andrà alle urne il 40% degli elettori. Ci prendete in giro? Il referendum passa col 50% più uno, ogni altro numero sarà un fallimento. Qui mi sembra tanto la volte che, non arrivando all’uva, dice essere acerba.

- La pace in Ucraina non si farà. Non ora e forse mai. Chissà. E qui occorre dire due cosette. Primo: a non volere seriamente la pace è sicuramente Vladimir Putin il quale vuole massimizzare i risultati di questa folle guerra. Secondo: quasi tutto il mondo, dai volenterosi a Kiev, gli sta dando appigli (anche in Patria) per infischiarsene delle proposte di tregua.

C’è una soluzione? Non lo so. Quel che è certo, e che in questa rubrica andiamo ripetendo da mesi, è che senza concedere qualcosa di grosso all’invasore, anche se ingiusto, orribile e odiosodifficilmente smetterà di muovere guerra.

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