"Devono scendere". Adesso le Ong invocano il tribunale di Catania

Dalla Ong Humanity Sos è partito il ricorso al tribunale di Catania per lo sbarco dei migranti: "Devono scendere"

"Devono scendere". Adesso le Ong invocano il tribunale di Catania

Il governo guidato da Giorgia Meloni non ha intenzione di cedere davanti alle prepotenze delle Ong dei migranti. Dalla Humanity 1 e dalla Geo Barents non scenderà nessun altro e le due navi sono già state esortate a lasciare il porto di Catania per tornare in acque internazionali. Gli interventi effettuati non sono considerati eventi Sar, a differenza della nave Rise Above, alla quale è stato assegnato il porto di Reggio Calabria per effettuare lo sbarco completo dei quasi 90 migranti a bordo. Nessuna delle due navi che si trovano al porto di Catania lascerà le acque territoriali italiane: le Ong, tutelate da un team legale e ideologicamente appoggiate dalla sinistra, hanno deciso di iniziare un braccio di ferro con l'Italia per obbligare il governo allo sbarco di tutti i migranti ancora a bordo.

La Ong Humanity Sos ha presentato in queste ore ricorso al tribunale civile di Catania per chiedere che il giudice ordini lo sbarco immediato dei 34 migranti a bordo. È ancora in preparazione, invece, il ricorso annunciato al tar del Lazio contro il provvedimento che impone al comandante della nave di lasciare il porto di Catania. "Non ci muoveremo da qui, non lasceremo il porto finché non sarà sbarcata ogni singola persona dalla nave", ha dichiarato Till Rummenhohl, capo delle operazioni di ricerca e soccorso di Humanity 1.

Riccardo Campochiaro, l'avvocato italiano della Humanity 1, in merito al ricorso ha dichiarato: "I tempi sono brevi per la necessità del caso, spero di avere risposte entro le 48 ore. Ma non dipende da noi. Non ci sono al momento alternative per smuovere la situazione che sembra essere stagnante". Nel ricorso, come si apprende dall'Ansa, si dichiara che i migranti a bordo hanno chiesto tutti, con domanda già presentata, il riconoscimento del loro status di profughi.

Inoltre, la Ong nel ricorso insiste sul riconoscimento dello status di naufraghi per i migranti a bordo, perché nel caso in cui venisse accolto, la Ong farebbe leva sul diritto internazionale per ottenere lo sbarco immediato.

Sarà il presidente Massimo Escher a dovere decidere a chi assegnare il caso e se sarà trattato da un giudice o da un collegio. L'udienza, essendo stato richiesto un provvedimento d'urgenza, sarà "inaudita altera parte", senza, cioè, l'intervento della controparte.

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