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Vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare: ecco cosa cambia

Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legislativo che cambia l'articolo 114 del codice di procedura penale: potrà essere pubblicato solo una sintesi del documento a garanzia degli indagati

Vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare: ecco cosa cambia
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Vietata la pubblicazione del testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non vengano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare: il testo del decreto legislativo sulla modifica dell'articolo 114 del codice di procedura penale (divieto di pubblicazione di atti e immagini) è stato approvato in Consiglio dei ministri, in esame preliminare. Il provvedimento - viene comunicato - è stato preso nella giornata di ieri in adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea. Si tratta di una limitazione della libertà di stampa prevista anche a garanzia dei cittadini e degli stessi indagati, visto che l'ordinanza è in ogni caso un atto del giudice, terzo rispetto alle parti.

Con la nuova normativa non sarà dunque più possibile citare per esteso il documento, come virgolettato, ma soltanto per estratti. Questo stop alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare arriva dopo il via libera definitivo del Parlamento e la pubblicazione lo scorso 24 febbraio in Gazzetta ufficiale della legge di delegazione europea, che affidava al governo una delega per il recepimento delle direttive europee, la "norma Costa" (dal nome dell'esponente di Azione, firmatario dell'emendamento approvato) è stata oggetto dell'esame "preliminare" del Consiglio dei ministri riunitosi ventiquattro ore fa. Il decreto legislativo ad hoc, quindi, ora dovrà passare all'esame delle commissioni parlamentari competenti (Giustizia in primis) per il relativo parere che, però, non è vincolante. Successivamente tornerà in Cdm per l'approvazione definitiva, in seguito alla quale diventerà legge.

Di fatto, articolo 114 del cpp viene modificato cancellando l'inciso al comma 2, inserito nel 2017 dalla riforma Orlando, che esclude l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari dagli atti di cui è vietata la pubblicazione tra virgolette fino alla fine delle indagini preliminari, sebbene non più coperti da segreto (perché notificati alle parti). Rimane invece consentito, in base al comma 7, pubblicare il "contenuto" dell'atto, cioè la sua sintesi.

Nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministro si comunica che il testo "dà attuazione all'articolo 4 della legge di delegazione europea 2022-2023 con il quale il governo è stato delegato ad adottare le disposizioni necessarie a garantire l'integrale adeguamento alla direttiva europea".

Il tutto allo scopo di consolidare alcuni aspetti della presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell'ambito di un procedimento penale "in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva Ue 2016/343 e nel rispetto dei principi di cui agli articoli 21, 24 e 27 della Costituzione". Un importante passo avanti verso il garantismo.

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