Interni

Taglio del cuneo fiscale e tredicesime più corpose: cosa succede alle buste paga

In pochi mesi il governo di centrodestra è intervenuto a favore dei lavoratori: dopo anni di chiacchiere della sinistra arrivano più soldi nelle tasche degli italiani

Taglio del cuneo fiscale e tredicesime più corpose: cosa succede alle buste paga

Ascolta ora: "Taglio del cuneo fiscale e tredicesime più corpose: cosa succede alle buste paga"

Taglio del cuneo fiscale e tredicesime più corpose: cosa succede alle buste paga

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Al governo di centrodestra sono bastati pochi mesi per dare seguito a un'importante parte del programma elettorale, dimostrando la concreta attenzione rivolta ai lavoratori con una serie di mosse economiche concrete e tangibili. L'esecutivo che sta guidando il Paese ha mantenuto fede al mandato popolare ricevuto e con velocità ha imboccato la strada del supporto agli italiani. Dal taglio del cuneo fiscale alla sforbiciata delle tasse, sono diverse le iniziative che porteranno più soldi nelle tasche dei lavoratori.

Il taglio del cuneo fiscale

Il Primo maggio dal Consiglio dei ministri è arrivato il via libera al decreto Lavoro che, tra le altre cose, ha abbassato le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi grazie al taglio del cuneo fiscale. Nello specifico lo sgravio contributivo è tutto a beneficio dei lavoratori: è passato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro mentre è stato incrementato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro.

Il tutto si traduce in buste paga più ricche, con aumenti che possono arrivare fino a 100 euro. Il governo è già al lavoro per prevedere un'estensione temporale della misura, prorogando e rendendo strutturali gli interventi a favore dei lavoratori dipendenti. Si intende stabilizzare il beneficio, ovviamente tenendo conto del contesto economico che in autunno sarà più chiaro grazie alla Nota di aggiornamento del Def. Comunque allo stato attuale filtra un sentimento di cauto ottimismo.

La sforbiciata alle tasse

Non è finita qui: ieri l'esecutivo ha esultato per l'approvazione della legge delega fiscale, ritenuto un risultato storico e una riforma epocale. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni l'ha definita "una riforma strutturale e organica, che incarna una chiara visione di sviluppo e crescita e che l'Italia aspettava da cinquant'anni". Sono molteplici le novità, come ad esempio ulteriori soldi in busta paga e il taglio di tasse per chi assume e investe in Italia.

Nel testo in questione è presente un aspetto altrettanto positivo: i lavoratori dipendenti potranno godere di una tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività. Tradotto: meno tasse, più soldi. Senza dimenticare la graduale revisione delle aliquote Irpef, che diventeranno tre nella prospettiva della transizione verso l'aliquota unica come obiettivo finale. Si procederà dunque con il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta.

L'occupazione cresce

Quelle del governo di centrodestra sono risposte concrete e non astratte dopo anni di chiacchiere della sinistra. Il fronte rosso continua a sproloquiare, dimenticando di essere stato al governo fino allo scorso anno e di essere stato bocciato dagli italiani. Evidentemente le mosse del passato e le ricette politiche offerte sono state ritenute inadeguate, motivo per cui la sinistra ha incassato una dolorosa sconfitta alle urne.

In tutto ciò la galassia rossa frigna per lo stop al reddito di cittadinanza, accusando il governo Meloni di essere crudele e spietato. La realtà dei fatti dice altro: con l'addio al sussidio del Movimento 5 Stelle sono finalmente tornati gli stagionali (i lavoratori del turismo finora erano difficilmente trovabili) e secondo l'Istat anche nel mese di giugno l'occupazione è cresciuta (+0,3%, pari a +82mila unità).

Le migliori risposte concrete alla narrazione strampalata di una sinistra che rosica.

Commenti