Tecno-stufa, cimici e 007: ora l'elezione è hi-tech

La stufa «elettorale» pronta a entrare in funzione nella Cappella Sistina non è solo una stufa. È anche una grande metafora: quella di una Chiesa che necessita di guardare al futuro senza rinnegare il proprio passato. Operazione semplice con la vecchia stufa (dal cuore computerizzato) che brucerà le schede di preferenza dei cardinali; operazione decisamente più complessa con il nuovo Papa (dal cuore clericalizzato) chiamato al soglio di Pietro. Tradizione e modernità. Segreti (tanti) e trasparenza (poca) ai tempi di Vatileaks. Un Conclave che sembra un film di 007 tra guardie vaticane, lezioni di intelligence tenute da spie internazionali, sistemi di schermatura satellitare e cardinali perennemente scortati. La paura è che 115 sant'uomini in berretta rossa possano «messaggiare», «twittare», «postare» con l'esterno assetato di anticipazioni frutto di uno Spirito più o meno Santo. E allora «Il Conclave ai tempi di Vatileaks è anche un gioco di specchi tra quelli che hanno messo le cimici e quelli che debbono rimuoverle», spiega un importante vaticanista. Tanto appassionato di intrighi e trame da aggiungere: «In Segreteria di Stato spiegano che è “come per la conversione post-bellica“. La caccia ai “corvi“ ha legittimato misure eccezionali che in sede vacante si rivelano una minaccia alla riservatezza. Un apparato “pesante“ da “tempi di guerra“ che ora va riadattato alla delicatissima fase “pacifica“ della scelta del Pontefice». Risultato: la schermatura di tutte le aree sensibili per impedire l'utilizzo dei cellulari e la disattivazione della rete wireless. Il «telefilm» di fantascienza prosegue con tanto di «gabbia di Faraday»: un sofisticato marchingegno che inibisce le trasmissioni di qualsiasi dispositivo tecnologico. Ma la beffa è sempre dietro l'angolo, come accadde nel 2005 con un cardinale tedesco che riuscì a comunicare in Germania l'elezione di Joseph Ratzinger ancora prima che dal comignolo uscisse l'attesissimo sbuffo bianco. Durante l'elezione pontificia, i pochi metri che separano gli alloggi degli elettori dalla Cappella Sistina saranno monitorati come una base militare top secret tra perquisizioni e metal detector.
Anche il «telecomando» per votare nelle congregazione generali dei cardinali è in latino: «placet», «abstineo», «non placet», «placet iuxta modum», «confirmo», «deleo». È quanto avviene in questi giorni nell'aula nuova del Sinodo, nella Sala Nervi, dove sono riunite le porpore e dove le votazioni vengono effettuate con un moderno ed efficiente sistema elettronico. Fatta la scelta, il porporato deve dare il suo via libera al voto premendo il tasto verde «confirmo». In caso di errore, si può cambiare la scelta premendo il tasto rosso «deleo». Ma sempre alla fine deve essere confermato con il tasto verde «confirmo».

È possibile correggere la votazione fino a che il presidente dell'assemblea decida che il tempo è scaduto. Se il voto è tra più mozioni, i cardinali possono usare i tasti con i numeri e poi «confirmo». In caso di voto «non valido», si può correggere con «deleo» e poi riconfermare. A Dio piacendo.

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