Toto-premier: Grillo ha un supernome

Spunta l’idea di Re Giorgio a Palazzo Chigi. È la strategia del leader M5S per sbloccare la partita con il Pd

Beppe Grillo in auto a Roma
Beppe Grillo in auto a Roma

Roma Un nome forte. Fortissi­mo. Praticamente imbattibile. A cui non si può dire no. È quel­lo a cui sta pensando Beppe Grillo per la presidenza del Con­siglio. Un nome che portereb­be il Paese fuori dalle sabbie mo­bili in cui il risultato elettorale e l’ostinazione di Pier Luigi Ber­sani lo stanno cacciando. Un nome che Grillo domani pro­porrà allo stesso Bersani nel cor­so del colloquio previsto nel­l’ambito delle consultazioni­golgota che il leader del Pd sta conducendo nella settimana di passione.

C’è solo un nome in Italia a cui veramente non si può dire di no. Ed è quello di Giorgio Na­politano, presidente della Re­pubblica prossimo allo sfratto dal Quirinale. Per questo c’è chi pensa che possa essere que­sta la carta che potrebbe sbloc­care la partita impossibile tra Pd e M5S. Naturalmente sareb­be una strada tutta da inventa­re­e sulla quale gravano tantissi­me incognite, a partire dalla di­sponibilità del capo dello Stato. Ma un indizio c’è: Grillo dopo averlo tanto criticato e sbeffeg­giato sarebbe rimasto stregato da Napolitano nel corso dell’in­contro di giovedì scorso al Qui­rinale, al punto da pronunciare le seguenti parole rivolte ai capi­gruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi e catturate da un «fuori onda» trasmesso dal­l’ Arena di Rai 1: «Mi è piaciuto molto, dobbiamo chiamarlo... non chiamarlo più Morfeo». Non molto. Ma considerando gli standard verbali di Grillo, un mezzo trionfo per Re Giorgio.

Formalmente la linea dei gril­lini non è cambiata. Nessun ap­poggio a un governo con il Pd, nessun appoggio a un governo politico. Ieri ci ha pensato Gian­carlo Cancelleri, capogruppo portavoce del M5S Sicilia, a smontare l’idea di un modello Sicilia da riproporre su scala na­zionale in risposta alla propo­sta del cantante e assessore Franco Battiato.«Il “modello Si­cilia” - scrive Cancelleri sul blog di Beppe Grillo- non esiste o meglio il “modello Sicilia”sia­mo noi, quelli del M5S, i deputa­ti, gli attivisti, i cittadini che ogni giorno si sbracciano per portare avanti punti di buon senso, buone idee. Non faccia­moci fregare. Senza di noi sa­rebbe stata l’ennesima Sicilia degli ennesimi politici».

Intanto il comico genovese ha scatenato la caccia ai trolls , i mercenari che sarebbero paga­ti da q­ualcuno per scrivere mes­saggi critici sul blog dello stesso Grillo e sugli altri social network . «Da oggi è nuovamen­te possibile per gli autorizzati segnalare i commenti dei troll o degli utenti che contravvengo­no alle regole del blog . Parteci­pate numerosi!», scrive Grillo in un post scriptum (laddove spesso si annidano i messaggi più succosi della comunicazio­ne grillina). Una vera caccia al­le streghe con invito alla dela­zione, bizzarra deriva per chi ha fondato la sua fortuna politi­ca proprio sul potere della de­mocrazia in Rete. Di sicuro non sono prezzolati i grillini che si sono scatenati ieri sera contro don Andrea Gallo, amico e so­stenitore di Grillo che però, ospite di Reputescion su La3, ha lanciato un monito: «Grillo non faccia il padreterno. Faccia un anno di tregua per incomincia­re a vedere che succede. Lui te­me l’inciucio ma abbiamo un’occasione.Ha ragione Gino Paoli che invita Grillo a essere ragionevole per un possibile in­contro con il centrosinistra».

Tra molti che, sui blog grillini, chiedono a Grillo di dargli ascol­to­c’è anche chi attacca il religio­so: «Attenti, don Gallo è un troll!!!!».E poi:«Fa parte del Vati­cano!!! Si tolga l’appellativo di don». E infine: «Se semo giocati pure don Gallo».

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