Incubo Concordia: sub muore incastrato nella nave

Un'altra tragedia all'Isola del Giglio. Soccorsi immediati ma gli è stato fatale il taglio provocato da una lamiera durante la rimozione del relitto

Incubo Concordia: sub muore incastrato nella nave

Questa volta Schettino non c'entra. La colpa non è sua. Ma della maledizione che sembra non smettere mai di aleggiare su questa nave da incubo. Un sub impegnato all'isola del Giglio nei lavori per la rimozione del relitto della Costa Concordia è morto ieri pomeriggio, incastrato tra le lamiere del relitto.

La vittima si chiamava Israel Franco Moreno, aveva 42 anni ed era originario de La Coruna (Spagna). L'immersione rientrava nelle operazioni preliminari all'installazione dei cassoni sul lato di dritta della nave, per poter essere trainata via dall'isola del Giglio, dove naufragò il 13 gennaio 2012.

Il subacqueo è stato immediatamente soccorso dallo staff medico e paramedico del cantiere e successivamente dal personale del 118, ma è morto ancora prima che arrivasse l'elicottero per il trasporto in ospedale. Il sommozzatore probabilmente si è tagliato ad una gamba rimasta incastrata in una lamiera e poi sarebbe morto per dissanguamento e conseguente scompenso cardiaco.

Il primo a soccorrere Israel Franco Moreno è stato il compagno di immersione, che è riuscito a portarlo in superficie dove sono intervenuti medico, paramedico e 118. Quando lo spagnolo è stato tirato fuori dall'acqua, ed è stato soccorso dai sanitari sulla piattaforma che ospita il personale, era ancora cosciente. Nel cantiere della Concordia ogni sub quando lavora in immersione ha come 'angelo custodè un collega che rimane in osservazione e interviene se ci sono problemi. Così è successo anche per il sommozzatore spagnolo, ma l'intervento tempestivo garantito da questa pratica non è bastato a causa delle gravi ferite riportate nell'incidente sott'acqua. Il ministro dell'Ambiente Orlando, il governatore della Toscana, Rossi, e il sindaco del Giglio, Ortelli, hannp espresso cordoglio: «Un altro lutto si aggiunge purtroppo alla lunga lista di vittime di questa nave aggiungendo dolore al dolore. E, al dolore, si aggiunge anche la rabbia per un'altra morte sul lavoro, la morte di un giovane che non stava facendo altro che il suo dovere. Siamo vicini alla famiglia e a tutti i colleghi del giovane subacqueo che ha perso la vita a 30 anni, mentre era impegnato a dare il suo contributo ad un'operazione che sappiamo essere delicata, difficile e importante per tutti noi. Un contributo per il quale il nostro Paese e la Toscana gli saranno per sempre grati».

Ci sono già stati incidenti sul lavoro al personale che lavora al cantiere della Costa Concordia ma il decesso di oggi pomeriggio è il primo infortunio mortale che avviene al Giglio durante operazioni tecniche al relitto.

Il 26 aprile 2013 un altro sub impegnato nei lavori alla Costa Concordia era morto, ma avvenne per cause naturali e non per un incidente di lavoro: la vittima era un filippino di 54 anni trovato morto nella doccia della sua camera a bordo della nave albergo Pioneer che ospita il personale; risultò che la sua ultima immersione risaliva a oltre 36 ore prima della morte e anche per questa distanza di tempo non fu collegata alle attività subacquee.

Nel cantiere della Concordia ci sono stati, invece, feriti per infortuni sul lavoro.

Il 23 aprile 2013 un medico di 42 anni, in assistenza ai sub del cantiere, cadendo da una scaletta di un rimorchiatore si fratturò la clavicola. Nulla in confronto alla tragedia di ieri.

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