
"Il rispetto delle regole è fondamentale, perché se ognuno potesse evitare le prove che non gli piacciono, se chiunque potesse dire di no a ciò che non gradisce, è evidente che la società finirebbe nel caos". Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervistato da Esperia, torna sulla sua scelta di bocciare quegli studenti che si rifiuteranno di fare l'orale all'esame di maturità.
Secondo il ministro si tratta di una questione di rispetto non solo verso le regole, ma "verso i docenti e verso quei compagni che negli ultimi mesi hanno vissuto ansia, stress, speranze, che hanno passato notti insonni per studiare e prepararsi all’esame di maturità". Per Valditara, "questa forma di boicottaggio è, in realtà, l’espressione di una paura della prova" e "sarebbe profondamente diseducativo legittimarla o assecondarla". Ai ragazzi che hanno scelto il silenzio come forma di protesta il ministro spiega "che ci sono forme democratiche previste dal nostro ordinamento, anche all'interno del mondo scolastico, per far emergere le proprie problematiche".
Valditara ricorda di esser stato proprio lui ad aver voluto valorizzare le consulte studentesche "che ricevo costantemente qui al Ministero, proprio perché sono elettive e proprio perché sono costituite da studenti che frequentano la scuola". Valditara non condivide questa forma di boicottaggio perché "la vita è fatta di valutazioni, la vita è fatta di competizione" da cui non ci si può sottrarre. E ancora: "E poi, ragazzi, ma con il 99,8% di promossi… ma di che stiamo parlando? Con il fatto che addirittura si può essere promossi senza aver dato l’orale… ma di che stiamo parlando?", dice Valditara che aggiunge: "Perché il capo del personale, il direttore, il collega, o banalmente quando si affronterà l’università, gli esami con il docente che necessariamente ti sottopone a una valutazione".
Valditara, poi, sul divieto di usare i cellulari in classe, spiega che "è scientificamente dimostrato, lo hanno confermato ormai molte indagini, a partire da (devo capire cosa dice)— che l’uso del cellulare a scopo didattico peggiora le performance". Secondo il ministro "dobbiamo fare in modo che si usino altri strumenti per la didattica, ma non il cellulare".
Valditara, poi, ricorda che è "scientificamente provato che l’abuso del cellulare non solo crea dipendenza patologica, ma incide anche sulla capacità di memorizzare, di concentrarsi, e persino sulla fantasia". Da qui nasce l'importanza di aiutare i giovani a disintossicarsi dal cellulare "per aiutarli a vivere bene, imparare bene, crescere, formarsi e costruirsi un futuro senza essere schiavi di un oggetto".