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"A testa a giù", "Il fatto che sia vivo..". Minacce choc a Valditara

Occupazioni scolastiche solo per il fatto che il ministro Valditara sia vivo e slogan come "Valditara a testa in giù": così esplodono le violenze

"A testa a giù", "Il fatto che sia vivo..". Minacce choc a Valditara dai collettivi

"Ho sognato questa notte le barricate in via Bologna. E la Digos qua non entra più, Valditara a testa in giù", si legge così in un post Instagram pubblicato quattro giorni fa dal "capobanda" di un collettivo studentesco liceale a Torino. Quel "Valditara a testa in giù" è emblematico del clima di violenza che si respira negli ambienti scolastici in cui a farla da padroni sono i collettivi rossi, foraggiati e sostenuti dall'esterno dai centri sociali. Chi scrive questo post è un giovane non ancora maggiorenne, frequentatore del centro sociale Askatasuna di Torino, al centro di numerose controversie perché tra le compagini più violente della lotta contro la Tav. Lo stesso giovane studente è un attivista in tal senso, come dimostrano le foto pubblicate sul suo profilo, dove compare con frequenza l'hashtag "#acab", che non serve spiegare a cosa faccia riferimento.

Forze dell'ordine e istituzioni sono il principale obiettivo della violenza di questi soggetti, che nelle loro chat replicano l'atteggiamento di violenza contro il ministro Valditara, sostenendo che le occupazioni debbano essere fatte solo per il fatto che è vivo. Il clima che si respira è preoccupante, qualcuno potrebbe sminuire tutto questo sostenendo che si tratta solamente delle "sparate" di ragazzini che giocano a fare la rivoluzione ma questa narrazione si è già visto a cosa porta. I ragazzini che si riuniscono nei collettivi studenteschi politicizzati raramente non hanno alle spalle una struttura esterna come un centro sociale, luoghi in cui l'illegalità e la violenza sono di casa. Lo stesso giovane che ha condiviso quel post, in un profilo pubblico, in una pubblicazione precedente se la prende con le forze dell'ordine usando l'hashtag "#digosboia".

Le minacce a un ministro non possono essere derubricate come semplici "ragazzate", come tenta a volte di fare la sinistra per coccolare quelli che, quando potranno votare, potrebbero essere i loro elettori. Dire "Valditara a testa in giù" è una chiara espressione di violenza contro un esponente del governo che non può essere tollerata e in alcun modo giustificata, tanto meno dalla giovane età di chi l'ha esposta e resa pubblica. Tutto questo, purtroppo, è un refrain nel nostro Paese, un preoccupante "già visto".

E non stupisce che nelle scuole non si faccia adeguata attenzione a come certi fenomeni si sviluppano, ramificandosi e alimentandosi dall'esterno.

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