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"Ridicolo", "È offensivo". Bufera del sindacato Rai su Bruno Vespa e Loretta Goggi

Il giornalista e la conduttrice difendono il genere neutro: "Dire la presidente e la ministra? Si rischia il ridicolo". Ma la Cpo Usigrai non ci sta: "Così è offensivo"

"Ridicolo", "È offensivo". Bufera del sindacato Rai su Bruno Vespa e Loretta Goggi

Sembra di essere tornati ai tempi di Laura Boldrini, quando le battaglie prioritarie erano incentrate contro il genere neutro e a favore dell'adeguamento del linguaggio parlamentare al ruolo istituzionale. A creare polemica è stato lo scambio di opinioni tra Bruno Vespa e Loretta Goggi nel corso della trasmissione Benedetta Primavera, il nuovo varietà in onda su Rai 1. A infastidire la Cpo del sindacato Rai è stato il modo con cui i due hanno liquidato il politicamente corretto, che evidentemente rappresenta ancora oggi la colonna portante del pensiero rosso.

Il dialogo Vespa-Goggi

Le parole vietate sono state al centro del dialogo tra il giornalista e la conduttrice del programma, che hanno fatto delle riflessioni sull'utilizzo dei termini nella società odierna. In particolare Vespa ha fatto riferimento al protocollo del Quirinale, facendo notare che ad esempio anche per Giorgia Meloni si ricorre alla formula de "il presidente del Consiglio" senza declinarlo al femminile: "Tutti i ministri sono al maschile, ma non è offensivo". In effetti è un ruolo neutro, ma a sinistra c'è chi invoca l'urgenza di esprimersi con "la presidente" e con "la ministra".

Anche la reazione di Goggi è stata lampante, criticando la volontà rossa di mettere mano al vocabolario istituzionale: "Si rischia un po' il ridicolo diciamo, ci sono tante cose che secondo me sono esagerate". Non a caso si è chiesta se tutti gli sceneggiati fatti nel passato sarebbero riproponibili oggi come una volta. Cosa c'è di tanto scandaloso in questo dialogo? Eppure ne è seguita una polemica dai contorni che lasciano sbigottiti.

La polemica della Cpo del sindacato Rai

Non è tardato ad arrivare un comunicato del Cpo Usigrai, secondo cui quelle di Vespa e Goggi sono state "semplificazioni non degne del servizio pubblico" andate in onda in prima serata: ai due è stata imputata la colpa di essere proiettati "più verso il passato che verso il presente" e di riscontrare difficoltà nell'accogliere "nuove sensibilità e richieste". La loro colpa? Aver liquidato il politicamente corretto "senza approfondirne le radici".

La Cpo dell'Unione sindacale giornalisti Rai ha riconosciuto il diritto di non condividere alcune rivendicazioni, ma ha giudicato come "offensivo" il fatto di averle bollate come "ridicole". Non è finita qui: la Cpo Usigrai ha posto l'attenzione sull'inesistenza del genere neutro nella lingua italiana, affermando che indicare una donna come ministra "vuol dire solo applicare le regole della grammatica".

"Attacchi strumentali"

In una nota Pluralismo e Libertà ha espresso "profondo rammarico" per quelli che ha etichettato come "strumentali attacchi del sindacato dei giornalisti a un maestro del giornalismo del Servizio Pubblico quale Bruno Vespa". Dunque alle pattuglie della polizia morale del politicamente corretto è stato rinfacciato di essersi scagliate "contro l'indiscusso caposaldo dell'informazione Rai e la popolare artista Loretta Goggi" piuttosto che "sostenere trasmissioni e personaggi Rai di qualità".

Alle critiche ha voluto replicare anche Bruno Vespa che, interpellato dall'Ansa sulla bufera scatenata dal Cpo Usigrai, ha ribadito la posizione espressa a Benedetta Primavera con Loretta Goggi: "Quando al Quirinale il presidente del Consiglio nomina i membri del governo, anche per le donne usa la parola 'ministro'.

Sono pronto a rispettare un nuovo protocollo quando dovesse esserci".

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