Tuttavia il sindaco, che pur condivide il messaggio morale, puntualizza che il dovere dellamministratore è un altro. In modo soft, la Moratti non manca di replicare alle parole del cardinale: «Credo che debbano essere tenute separate - precisa a margine dellinaugurazione di una nuova struttura di accoglienza per bambini disabili - le responsabilità di chi amministra e di chi si occupa in maniera pastorale della spiritualità e della cura delle anime». Il cardinale aveva spronato allaccoglienza degli stranieri e, daltro canto, aveva invitato gli immigrati a «non far germogliare lillegalità nelle loro comunità».
Già il vicesindaco Riccardo De Corato aveva risposto allappello del cardinale, puntualizzando che una cosa è laccoglienza, unaltra cosa è la tolleranza della clandestinità. «Milano - sono state le parole di De Corato - non può accogliere chi entra in città clandestinamente. E nemmeno chi vive di reati e spaccio, provoca liti in strada, si macchia di violenze sessuali o si cela dietro molteplici alias per sfuggire alle maglie della giustizia e ostacolare i rimpatri».
Tettamanzi insiste su un concetto di condivisione, convivenza e fratellanza: «Tutti siamo parte della comunità civile: siamo ormai cittadini di questa nazione, siamo membri di questo popolo, il popolo italiano. Sì, fratelli e sorelle migranti: la vostra terra è qui, la vostra famiglia è qui. Dobbiamo prendere coscienza sempre più limpida e forte dei diritti e dei doveri di questa nuova cittadinanza».
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