Ci chiama dalla vetrina come una sirena. E chi segue il suo canto rischia di rimetterci il portafogli. Lo sconto è un richiamo irresistibile per otto italiani su dieci, rivela un sondaggio Ipr Marketing/IlSole24ore. Per i giovani poi, il miele di un bel cartello «promozione» in vetrina è ancor più irrestibile. A difesa del buon senso degli italiani c’è da dire che cadiamo nella trappola ma senza abbassare del tutto le difese. La percentuale di sconto che risulta più attraente, stando al sondaggio, è quella inclusa tra il 20 e il 30 per cento. Percentuali superiori rischiano di ottenere l’effetto opposto: diffidenza.
I commercianti lo sanno bene e usano l’arma al meglio: ora che c’è crisi, svela un altro studio, di Visa Europe, i ribassi sono sempre più frequenti. Non sempre sfoggiandola in vetrina. Spesso lo sconto non è dichiarato, ma è usato dal negoziante come arma segreta per allettarci una volta dentro il negozio, in caso il cliente chieda di ridurre il prezzo e si dimostri pronto a trattare. Cosa che non tutti siamo pronti a fare. Anzi i compratori sono piuttosto divisi in materia. Solo poco più di metà degli acquirenti si dichiara pronto a ingaggiare il braccio di ferro col commesso per ottenere una limatura del prezzo. Ci sono gli sfrontati pronti al duello rusticano a colpi di ultime offerte e più spesso sono nella fascia alta d’età, oltre i 54 anni. I giovani più di frequente rientrano nella categoria prudente, quella che seleziona i negozi in cui chiedere il ribasso (sull’elettronica ad esempio, il cartellino è legge per chi ha tra i 18 e i 34 anni).
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