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Iran, Khamenei: 11 febbraio pugno all'Occidente

La guida spirituale di Teheran annuncia: "L'Iran sferrerà un cazzotto tale all'arroganza dell'Occidente che lo lascerà stordito". La promessa per il giorno in cui cade l'anniversario della Rivoluzione. Protestano Usa e Ue. Repressione contro l'opposizione, che annuncia: "Saremo in piazza comunque"

Iran, Khamenei: 11 febbraio pugno all'Occidente

Teheran - Un'altra Rivoluzione. L'11 febbraio, anniversario della cacciata dello Scià, l’Iran regolerà i conti con l’Occidente e con l’opposizione interna. La guida spirituale dell’Iran, Ali Khamenei, lo ha promesso in un discorso rivolto all’aviazione militare iraniana, la stessa che l’8 febbraio del 1979 si disse pronta a dare il proprio contributo alla Rivoluzione e a far rientrare l’ayatollah Ruhollah Khomeini in patria: "Il 22 del calendario Bahman la Nazione iraniana, unita e con la grazia di Dio, sferrerà un cazzotto tale all’arroganza dell’Occidente, che lo lascerà stordito".

Opposizione interna Non è chiaro cosa intenda Khamenei, ma è certo che il governo ha messo in cantiere una serie di solenni cerimonie. Per evitare sorprese, il regime ha avviato anche un’operazione di rastrellamento della dissidenza, impegnata a preparare le contromanifestazioni di giovedì prossimo. Ieri erano stati arrestati sette oppositori, con l’accusa di aver combuttato con gli americani per causare rivolte e ribellioni come quelle del 17 dicembre scorse. Negli ultimi due giorni sono stati arrestati 10 giornalisti, che si aggiungono ai 45 già in carcere. Altri sette oppositori, per i quali Amnesty International ha lanciato un appello, rischiano condanne pesanti, due di loro potrebbero andare alla forca.

La guida suprema Khamenei ha messo il sigillo personale su questi provvedimenti, legando attribuendo la protesta dell’Onda verde a mandanti stranieri: "Il più importante obiettivo delle sedizioni post-elettorali era di creare una spaccatura nella nazione, ma non sono riusciti a farlo e l’unità del nostro popolo resta una spina conficcata nel loro occhi".

L'Onda verde non si arresta L’opposizione iraniana conferma le manifestazioni fissate per l'11 febbraio, quando il governo terrà le cerimonie per commemorare la cacciata dello scià e la fondazione della Repubblica Islamica. A parlare oggi è stato l’ex presidente Mohammad Khatami: "Se Dio vuole - ha detto - tutto il popolo, come titolare primo della rivoluzione, prenderà parte alle marce, difendendo allo stesso tempo la Rivoluzione e i diritti umani". All’altro capo dell’opposizione Mirhossein Moussavi è toccato difendere l’Onda verde dall’accusa di interferenza straniera. "Le faccende elettorali sono interne - ha detto - e non hanno niente a che fare con nazioni straniere. Il movimento verde è indipendente e non permetterà a stranieri di immischiarsi".

Preoccupazione di Usa e Ue Stati Uniti e Unione europea hanno espresso preoccupazione, in una dichiarazione congiunta, per la possibilità di "ulteriori violenze e repressioni" in occasione dell’anniversario della nascita della Repubblica Islamica l’11 febbraio. Inoltre hanno condannato "le reiterate violazioni di diritti umani" in Iran. Usa e Ue sottolineano che "le detenzioni e i processi di massa, le minacciate esecuzioni di chi protesta, le intimidazioni dei familiari delle persone detenute e il rifiuto reiterato per i suoi cittadini del diritto di pacifica espressione sono contrarie alle norme sui diritti umani". Nel documento viene espressa "particolare preoccupazione" per la possibilità di "ulteriori azioni di violenza e repressione nei prossimi giorni, specialmente in vista dell’anniversario della nascita della Repubblica Islamica l’11 febbraio. Invitiamo il governo dell’Iran a rispettare i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani - afferma la dichiarazione - a mettere fine agli abusi contro la sua gente, a inchiodare alle loro responsabilità gli autori di tali abusi e a liberare le persone che hanno cercato di esprimere i loro diritti".

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