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Italiani con il freno Basso: «Sto benino» Cunego: «Punto a qualche tappa»

Amsterdam C’è chi ragiona a breve termine: maglia rosa di oggi, al termine del cronoprologo. «Sono pronto per una grande crono, non mi dispiacerebbe affatto rivestire la maglia rosa ancora una volta», dice l’ingegner Marco Pinotti, campione d’Italia della crono, che in rosa c’è già stato per quattro giorni. C’è chi pensa a breve e lungo periodo, come il kazako Alexandr Vinokourov, recente vincitore della Liegi. «Se vesto la maglia rosa, poi venderò cara la pelle prima di cederla», assicura. Stesso discorso per il britannico Bradley Wiggins. «Se parto bene, poi saranno dolori per tutti», minaccia. C’è chi invece parte per arrivare lontano e i suoi obiettivi sono là, tutti posti nell’ultima settimana. «Torno al Giro dopo otto anni ­ spiega il campione del mondo Cadel Evans, che parte con il numero uno e i favori del pronostico -. In questo lasso di tempo di cose ne ho imparate, il Giro è il mio sogno». Si accoda all’australiano due volte secondo al Tour, uno che la Grande Boucle l’ha vinta, come lo spagnolo Carlos Sastre. «Questo è il mio grande obiettivo di stagione e farò di tutto per non farmelo sfuggire». Più timorosa la sparuta delegazione italiana. «Sto benino, ma conto di migliorare la mia condizione cammin facendo ­ dice Ivan Basso, guida della nostra spedizione -. Se penso di vincere? Se sono qui...». Basso parla poco di sé, Simoni non lo considera neanche. «Questo sarà la mia ultima corsa rosa ­ dice il trentino vincitore di due Giri -. Gli italiani che potrebbero far bene? Garzelli e Scarponi». Si nasconde Cunego. «Sono qui per vincere qualche tappa». Così anche Nibali: «Sono qui per aiutare Basso». Serafico il dottor Domenico Pozzovivo, neo laureato in economia aziendale. «Io sono felice già di essere qui, se poi arrivo nei primi cinque il mio Giro è vinto. Preoccupato di fare brutta figura? E perché mai: dopo un Giro ce ne sarà pure un altro...

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