Domenico Latagliata
Dopo la rabbia, il sorriso. Claudio Ranieri si gode la sua Juve, vincente e convincente (3-1: gol di Amauri, doppietta di Iaquinta e, nel finale, rigore trasformato da Kruska) al Westfallen Stadion di Dortmund contro il Borussia. Passata la buriana del presunto caso Trezeguet, con conseguente muso del tecnico romano alla vigilia della partita contro i tedeschi, ecco la risposta del campo: il francese e Amauri vengono schierati uno di fianco all'altro nel primo tempo e, a differenza di quanto accaduto a Trento contro il Piacenza, i due riescono a coesistere pur se il lavoro da sviluppare resta parecchio. Fatto sta che il brasiliano ha segnato ancora - per quel che vale, siamo al settimo centro in tre partite - e che il francese ha sfiorato il gol.
«Non ho mai avuto dubbi - ha confermato Ranieri -, dateci tempo e i risultati si vedranno». In attesa che magari il muso lo metta Del Piero, ieri all'esordio stagionale e schierato nella ripresa in coppia con Iaquinta, la Signora manda in archivio l'ultima domenica di luglio facendo il pieno di buone notizie. Per di più, contro una squadra già avanti nella preparazione che nei giorni scorsi aveva anche vinto la Supercoppa tedesca battendo il Bayern Monaco, vincitore della passata Bundesliga.
La Juve, schierata nel consueto 4-4-2, ha insomma lanciato un segnale importante e confermato di avere a disposizione una rosa completa, pur se al momento le mancano i tre olimpici Giovinco, Marchisio e De Ceglie: la marcia di avvicinamento al preliminare di Champions, primo vero importante appuntamento della stagione, può ora proseguire con tranquillità e già domani arriverà un'altra verifica importante, dovendo i bianconeri affrontare a Torino Inter e Milan nel Trofeo Tim.
Le note positive del torrido pomeriggio tedesco, in uno stadio in cui la Juve ha sempre vinto e Del Piero mostrato le prime magie, sono arrivate un po' da ogni reparto. Dall'attacco innanzi tutto, ma prima ancora dalla sensazione che quest'anno le alternative non manchino: Mellberg ha fatto coppia con Chiellini per la prima volta e se l'è cavata bene confermando la sensazione che sia più che mai il toscano l'anello forte della catena difensiva bianconera.
Nella ripresa, in netto anticipo sui tempi, si è visto anche il croato Knezevic, schierato al fianco di Legrottaglie: i due hanno mostrato qualche lacuna, ma è giusto concedere loro il giusto tempo per conoscersi. In mezzo al campo, preso atto della consueta solidità della coppia Zanetti-Sissoko, ha debuttato Poulsen, utilizzato nei venti minuti finali al posto del maliano: il danese, che la stragrande maggioranza dei tifosi bianconeri non avrebbe voluto, ha anche spedito in rete Iaquinta con un lancio millimetrico di trenta e passa metri che avrà fatto impazzire per primo Ranieri, suo principale sponsor.
«L'importante è che tutti abbiano potuto mettere minuti nelle gambe - ha commentato l'allenatore a fine partita -. Al momento non tutti possono essere allo stesso livello, ma ci sarà modo di migliorare. Non abbiamo e non avremo undici titolari fissi: visti gli impegni, ci sarà spazio per tutti». Solite dichiarazioni al miele, buone per tutte le estati e tutte le evenienze: la Juve però sta crescendo tutta insieme, questo è certo.
Quanto ai singoli, Amauri ha confermato di essere più che mai in palla (sul gol che ha aperto la partita, ha bruciato anche Trezeguet deviando un cross dalla destra di Grygera) e Iaquinta il solito sgobbone capace anche di buttarla dentro (colpo di testa vincente su cross di Nedved, prima dello splendido pallonetto seguito all'assist di Poulsen). Forse ha ragione Buffon: altre squadre hanno più talento, ma questa Juve sarà difficile da battere per chiunque.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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