L’Aci boccia la sicurezza degli incroci in città

Nella capitale gli incroci stradali fanno sempre più paura. Colpa della segnaletica che è carente, delle auto in sosta selvaggia che ostacolano la visibilità e dei percorsi tattili per non vedenti che spesso non ci sono. Per non parlare delle isole pedonali (troppo poche) e della manutenzione delle strade (troppe buche). I primi a rimetterci sono i pedoni. Risultato: dei dieci incroci presi in esame a Roma dall’Aci nell’ambito del programma di valutazione Eurotest, al quale hanno aderito la Federazione internazionale dell’automobile e 17 Automobile Club stranieri, soltanto due sono stati giudicati positivamente. Altri quattro hanno ottenuto a stento la sufficienza. Mentre quelli che restano non hanno superato la prova. Così, per il secondo anno consecutivo, la capitale si è aggiudicata il penultimo posto (solo Napoli ha fatto peggio) nella classifica delle città testate in Europa. Trentuno, per l’esattezza. Da Londra a Parigi. Da Oslo a Belino.
L’indagine condotta dall’Aci si è concentrata nell’area compresa tra Ottaviano e San Pietro. E nella «top ten» degli attraversamenti pedonali più pericolosi d’Europa ha trovato spazio quello tra via Fabio Massimo e viale Giulio Cesare. Il che è tanto più sorprendente proprio perché l’incrocio in questione si trova a una manciata di minuti a piedi dal Vaticano. In una zona per giunta molto frequentata dai turisti. A rischio anche l’incrocio tra via Fabio Massimo e viale degli Scipioni (dove il problema è legato alla presenza costante di auto in doppia fila se non addirittura in terza), tra via Silla e via dei Gracchi e tra via Cola di Rienzo e via Catone. Tra i criteri in base ai quali sono stati giudicati spicca il livello di visibilità diurna e notturna. Diverse le tipologie d’incrocio sottoposte al test. A Roma quello che ha ottenuto il maggior punteggio si trova in piazza del Risorgimento, all’angolo con via di Porta Angelica.
Per avere un metro di paragone, in modo da provare a capire fino in fondo la gravità della situazione, basta guardare in cima alla classifica interna al dossier dell’Aci sugli attraversamenti pedonali. Al primo posto c’è Rotterdam, dove tutti e dieci gli incroci passati hanno ottenuto il giudizio «buono». In Italia la situazione è opposta e i risultati dei test fanno riflettere su quanta strada ci sia da fare per garantire la sicurezza dei pedoni.

A ribadirlo ci pensano i numeri: perché se è vero che da un lato i dati sugli incidenti evidenziano una diminuzione dei feriti e dei decessi, dall’altro quelli che si riferiscono al coinvolgimento dei pedoni sono in netta controtendenza. In questo caso, rispetto al 2007 i decessi sono aumentati del 3,3 per cento.

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