Lo scontro Tettamanzi-Lega diventa caso nazionale. Dopo che la Padania lo ha messo nel mirino per il discorso alla città di venerdì scorso, e si è chiesta se sia «un vescovo o un imam», e dopo i duri attacchi del ministro Roberto Calderoli («parla sempre di rom e con il suo territorio non c’entra nulla, sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia»), ieri a difendere l’arcivescovo di Milano sono scesi in campo pure i big. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ironizza: «È bello che si difendano le tradizioni, il crocifisso e il presepe, ma chi guarda il presepe vede che è pieno di extracomunitari». Sulla stessa linea il leader ’Udc Pier Ferdinando Casini, che definisce «vergognosi» gli insulti all’arcivescovo. Manifesta «massima stima e rispetto per il cardinale» il governatore Roberto Formigoni: «Non condivido gli attacchi alle sue parole, anche perché un cardinale parla sempre sul piano pastorale e non su quello politico. Ma la sinistra, sia quella anticlericale che clericale, la smetta di strumentalizzare o, perlomeno, se ne ricordi la prima volta che gli salterà in mente di criticare una presa di posizione del Papa o della Cei». L’ex presidente della Provincia Filippo Penati, del Pd, consiglia invece alla Lega di «non insultare Tettamanzi: anziché scaricare i problemi pensi piuttosto a governare seriamente il fenomeno dell’immigrazione».
Tettamanzi, ieri nella basilica di Sant’Ambrogio, in un passaggio dell’omelia ha ricordato che ai vescovi «è affidata la custodia del gregge», e hanno il compito «di difenderlo dai lupi rapaci», che sono gli eretici. A margine, ha fatto direttamente riferimento ai pesanti attacchi della Lega. «Se assalito - ha risposto - continuo a fare il buon pastore. Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà, che trova radice e forza nella responsabilità». E al Carroccio che lo accusa di fare politica e trascurare il territorio replica: «Se politica vuol dire amare la polis, allora tutti dovrebbero fare politica. E non so se c’è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente».
Il capogruppo della Lega Matteo Salvini non ritira una sola parola del partito, ma prova a tendere la mano: «Chiederò a Tettamanzi un incontro per uno scambio di auguri natalizi, offrirgli un panettone padano e per un confronto più pacato sui rispettivi punti di vista, fuori dagli eccessi che ci sono in un dibattito politico». Sui rom «Milano in questi anni ha dato tanto non ricevendo mai niente di buono in cambio».
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